Il governo stringe i tempi nella partita sui balneari

L'ipotesi di proroghe sfalsate su base regionale. Spiragli di apertura da parte dell'Unione europea

Il governo stringe i tempi nella partita sui balneari
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Il dialogo con le autorità di Bruxelles è in corso, coperto da una riservatezza quasi impenetrabile. Quella sui balneari è una partita che il governo intende giocare con massima accortezza e lontano da interferenze. L'obiettivo è arrivare rapidamente a un testo che soddisfi la Commissione europea e che soprattutto tuteli gli imprenditori italiani del settore.

L'esecutivo sta quindi cercando di arrivare a una soluzione definitiva sull'annoso tema, in modo da portare il provvedimento in Consiglio dei ministri entro settembre. Forse già in settimana. Dopo i rilievi sollevati dall'Unione europea, il dialogo italiano con Bruxelles si starebbe concentrando innanzitutto sulla possibilità di prorogare le attuali concessioni. Il tema è delicato, anche alla luce del divieto sancito dalla direttiva Bolkestein sulle proroghe automatiche, ma dalla maggioranza trapela una certa fiducia al riguardo.

Una delle ipotesi in valutazione sarebbe quella delle proroghe sfalsate su base regionale, in base alla differente percentuale di occupazione delle coste: secondo questo ipotetico schema, le regioni con il maggior numero di spiagge libere arriverebbero al rinnovo nel 2029. Tuttavia, si starebbe pensando anche a una soluzione di compromesso forse più gradita a Bruxelles, che prolungherebbe le attuali concessioni fino al 30 settembre 2027, con obbligo per gli enti concedenti di indire le gare entro il 30 giugno 2027.

Secondo quanto apprendiamo, la Commissione Ue avrebbe invece mostrato una certa freddezza sulla possibilità di prelazione in favore dei concessionari uscenti e sugli indennizzi. Ma sul punto il governo italiano intende far valere le proprie ragioni a sostegno dei balneari: la bozza di riforma dovrebbe quindi prevedere dei risarcimenti per i concessionari uscenti e a carico dei nuovi titolari, basati sul valore aziendale dell'attività e determinati attraverso una perizia asseverata. Inoltre, potrebbero essere introdotte forme più o meno dirette di premialità che, in sede di bando, tengano conto degli investimenti già fatti da un imprenditore.

«Oggi abbiamo 35mila aziende balneari a gestione familiare che rappresentano e difendono anche la nostra identità, quindi occorre gestire questa fase con grande attenzione per non penalizzare lavoratori, cittadini e turisti», osserva Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia e responsabile nazionale dei Dipartimenti del partito azzurro. Secondo l'onorevole, infatti, il rischio concreto è che «i nostri posti più belli possano diventare i meno accessibili per le classi medio-basse», dal momento che i grandi gruppi internazionali potrebbero prendere in concessione gli stabilimenti balneari e alzare sensibilmente i prezzi. «Da liberale io sono favorevole all'idea che ci possano essere nuovi attori, ma non possiamo sottovalutare i pericoli che potrebbero sorgere», ha quindi avvisato Cattaneo.

Per comprendere l'impatto delle decisioni al riguardo va altresì ricordato che, secondo una recente mappatura, oltre il 60% delle nostre spiagge non ha stabilimenti balneari. Il governo intende inoltre fissare punteggi premiali per le micro e piccole imprese giovanili, valorizzando anche l'esperienza tecnica e professionale già acquisita dagli attuali operatori: sul punto ci sarebbero aperture favorevoli da Bruxelles.

«La premier Meloni si è sempre dimostrata molto preparata sull'argomento, siamo sicuri che saprà trovare le

soluzioni migliori», dicono intanto da Assobalneari.

Il dossier è in queste ore sul tavolo a palazzo Chigi e in particolare nelle mani del ministro Raffaele Fitto, indicato come prossimo commissario europeo per il nostro Paese.

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