Nel giorno della «riscossa», per la sinistra italiana contro il governo Meloni, ci pensa «il grande vecchio Fausto Bertinotti (foto) a smontare l'euforia: «Sciogliamoci». «Rottamiamoci». Gelo. Parole che riecheggiano fino a Roma. Sentenza definitiva. Inappellabile che giunge da un padre nobile del mondo post comunista. Schlein e Conte in piazza del Popolo a Roma sognano il campo largo (o campo giusto) per conquistare la guida del Paese. Bertinotti ha un altro sogno in fondo al proprio cuore: la rottamazione del Pd e delle altre formazioni che gravitano nell'orbita di sinistra. L'ex presidente della Camera, parlando a Stresa al forum organizzato da Fondazione Iniziativa Europa, consegna un giudizio netto sui partiti italiani di sinistra: «Non ho ricette da dare, ma se per esempio i principali partiti che oggi configurano l'opposizione si sciogliessero e aprissero un processo partecipativo per un nuovo soggetto, forse si riaprirebbe una prospettiva per la sinistra». L'ex capo di Rifondazione è ormai da tempo lontano dai riflettori politici. Dal 2008, anno della debacle elettorale per la sinistra alle elezioni politiche, Bertinotti si è ritirato a vita privata. Un'uscita che però rischia di creare un scossone nel Pd. Forse il fondatore di Rifondazione comunista si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarta contro i suoi ex compagni di viaggio. Non è la prima volta. Nel gennaio scorso fu ancor più duro: «Io non capisco come il Pd non si ravveda che il suo declino, se continua così, è inesorabile. Adesso lo dicono rozzamente anche i sondaggi. Guardiamoli solo per ragionamento, se il Pd è arrivato al 15% in questa discesa, può scomparire domani. È scomparso il Partito socialista francese, la stessa sorte può toccare al Partito democratico». Mentre per Romano Prodi nel Pd e negli altri partiti di sinistra sono stati allestiti tappeti rossi, per Bertinotti solo strade impervie. A dir il vero la tesi di Bertinotti crea uno scossone perché non sono pochi nel Pd quelli che ipotizzano uno scioglimento con la creazione della famosa «cosa rossa». Un progetto che in passato ha stuzzicato anche Elly Schlein. Tra i teorici dello scioglimento ci sono altri due big: Pierluigi Bersani e Goffredo Bettini. Alla coppia si aggiunge anche il «killer» del governo Prodi.
Però da Stresa Bertinotti non parla solo di Pd ma anche di pace ed Europa: «L'Europa del futuro dovrebbe essere una potenza di pace, dovrebbe essere disarmata per poter guadagnare così, innocente e di verità, uno spazio nel mondo che attraverso le armi non avrà mai. La crisi dell'Europa è una crisi della democrazia europea e della vocazione dell'Europa. È una crisi di fondo». Un messaggio, che a differenza dell'affondo contro il Pd, non arriva in piazza del Popolo.
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