La scatola è stata interrata nel 1887 ma aperta davanti alle telecamere, ai giornalisti e ai curiosi di mezzo mondo solamente alle 13 di martedì ora locale (le 19 di ieri in Italia), dopo un primo esame del Dipartimento delle Risorse storiche della Virginia. Contiene la stampa di una fotografia, apparentemente su carta di giornale, di qualcuno che piange sulla bara di Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti, mentre il suo corpo senza vita è adagiato sul sarcofago per l'omicidio del fanatico sudista che lo uccise nel 1865. Pare non si siano altre copie della stessa foto nemmeno all'Abraham Lincoln Presidential Library and Museum, il museo e la biblioteca ufficiali del «salvatore dell'Unione» e secondo fondatore degli Stati Uniti. Il contenitore in rame era nel lato nord-est dell'ex monumento a Robert E. Lee, il generale confederale che comandò l'esercito del Sud, schierato per la schiavitù, durante la Guerra Civile americana. È stato ritrovato lunedì, a distanza di tre mesi dall'abbattimento della statua, avvenuto a settembre sull'onda delle proteste del movimento «Black Lives Matter» contro il razzismo, al culmine di una lunga battaglia legale contro la decisione del governatore Ralph Northam. Dentro la scatola, prima esaminata ai raggi X, sono state ritrovate anche monete, libri, bottoni e sembrano esserci proiettili dei tempi della guerra, tutti oggetti velocemente mostrati alle telecamere e subito messi in sicurezza dagli esperti per il recupero.
A distanza di 134 anni, la «capsula del tempo» che le autorità della Virginia cercavano da mesi è stata ritrovata a Richmond, ex capitale del Sud confederato che si separò dagli Stati Uniti e, per mantenere la schiavitù, dal 1861 al 1865 combattè la guerra civile contro il resto del Paese che l'aveva abolita. Stavolta il ritrovamento sembra quello giusto, dopo l'apertura, la scorsa settimana, di una prima capsula rinvenuta all'interno della statua. Quella conteneva tre libri, una busta di stoffa e una moneta, oggetti subito apparsi agli studiosi ricordi lasciati «per vanità» ai posteri dagli operai che eressero l'opera. «Sembra che siano arrivati a metà del monumento e abbiano deciso di organizzare una piccola celebrazione per commemorare se stessi e il lavoro che stavano facendo», ha spiegato lo storico Dale Brumfield.
La seconda «capsula del tempo», ritrovata lunedì e aperta ieri, pare sia proprio la stessa di cui parlano alcuni documenti della Biblioteca della Virginia. Lasciata di proposito da 37 cittadini, aziende e organizzazioni statunitensi di Richmond con l'obiettivo di offrire tracce della propria epoca alle generazioni future, come si fa con le «capsule del tempo». La missione sembra essersi chiusa adesso. «L'hanno trovata! - ha twittato entusiasta il governatore della Virginia, Ralph Northam - È probabilmente la capsula del tempo che tutti stavano cercando». «Sarà una vera finestra su quella mentalità, il pensiero della Confederazione», ha aggiunto lo storico Brumfield. Al suo interno circa 60 oggetti legati alla storia degli Stati Confederati d'America, che con la rottura pro-schiavitù portarono alla guerra di secessione.
La scatola è il doppio della prima, rinvenuta il 17 dicembre.
Entrambe sono state trovate nella statua al generale Lee, che con il movimento «Black Lives Matter» era diventato fulcro delle proteste e simbolo del dominio bianco da rimuovere, in nome dell'anti-razzismo e della cancel culture, che vuole eliminare tracce del passato schiavista e coloniale.
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