Maria Gilda Lyghounis
Atene Il generale Temistocle è risorto dalla tomba. Sì, proprio il condottiero ateniese della battaglia che vide i greci vincitori contro l'impero Persiano nel 480 a.C. Per il vasto pubblico è il protagonista del film Trecento. L'alba di un impero diretto da Noam Murro nel 2014, sequel del campione di incassi Trecento di Zack Snyder del 2007. Scenario: la città di Atene collegata dalle Lunghe Mura alla sua flotta di stanza nel vicino porto del Pireo. Le triremi ateniesi che sbaragliano i Persiani nella baia di Salamina, davanti alla costa attica. La più grande battaglia navale dell'antichità.
Sono passati 2500 anni, ma Temistocle è risorto per contrastare un altro impero che vuole estendersi nel Mediterraneo, dal Pireo ai porti italiani di Genova e Trieste. L'impero economico del Dragone cinese e la sua via della Seta. Il Consiglio nazionale archeologico ha dichiarato nei giorni scorsi zona protetta gran parte dell'odierna cittadina del Pireo: dai resti delle gloriose Lunghe mura alla tomba di Temistocle. Non solo: ampliato il vincolo già esistente anche nell'odierna Salamina, oggi sede di cantieri navali, pure loro nel mirino economico dei cinesi, i quali negli anni bui della crisi economica ellenica hanno già comprato il 51% delle azioni dell'Autorità Portuale del Pireo, gestendo il traffico merci di uno dei maggiori porti del Mediterraneo. La Cina ora sta siglando un accordo con il governo Tsipras per investimenti di oltre 600 milioni di euro per costruire alberghi a quattro piani, centri commerciali, ferrovie e silos nell'entroterra portuale.
Ma gli archeologi - appoggiati da commercianti e albergatori locali che temono la concorrenza - hanno emesso un «parere» non vincolante ma che va seriamente ascoltato. Risultato? L'ambasciatrice di Pechino ad Atene, Chang Zighue, venerdì ha chiesto rassicurazioni sugli investimenti. Tsipras, in piena campagna elettorale per Europee e Amministrative, entrambe il 26 maggio, ha fratelli serpenti nel suo partito: il candidato sindaco di Syriza al Pireo è proprio Nikos Belavilas, membro del Consiglio archeologico, che sfida Ghiannis Moralis, presidente della squadra di calcio Olympiakos.
«Ma per tutelare le antichità, bastava applicare la legge - spiega al Giornale Marilena Cassimatis, della Pinacoteca nazionale di Atene - Scavare in Grecia significa inciampare a ogni passo in un bene archeologico. Comunque vada il progetto sarà ritardato, se non altro perché dovrà pagare gli scavi della Sovrintendenza nella zona delle nuove opere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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