Greta Thunberg, la giovane attivista svedese ispiratrice del movimento dei Fridays for Future contro i cambiamenti climatici, partirà a metà agosto, destinazione Stati Uniti, per partecipare a una serie di manifestazioni e vertici sul clima, tra cui il Climate Action Summit dell'Onu in programma a New York il 23 settembre, a margine della riunione annuale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nonché alle proteste per il clima previste per il 20 e il 27 settembre a Santiago del Cile. Greta viaggerà, come annuncia lei stessa sui social, sulla sulla barca da regata Malizia II (dotata, tra l'altro, di pannelli solari per consentire un viaggio transatlantico a zero emissioni), capitanata dal tedesco Boris Herrmann e da Pierre Casiraghi di Monaco e che salperà dall'Inghilterra a metà del prossimo mese. Greta ha in programma di visitare Canada e Messico, prima di raggiungere il Cile per la conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a dicembre a Santiago. Si tratta del primo viaggio in Nord e Sud America per la giovane attivista che prenderà un anno sabbatico dalla scuola per completare il viaggio.
"Buone notizie" - annuncia Greta Thunberg ai suoi follower sui social media - "Navigheremo attraverso l'Oceano Atlantico dal Regno Unito a New York a metà agosto. La scienza è chiara. Dobbiamo iniziare a piegare drasticamente la curva delle emissioni verso il basso entro il 2020, se vogliamo avere ancora la possibilità di rimanere al di sotto di 1,5 gradi di aumento della temperatura globale. Abbiamo ancora una finestra temporale in cui le cose sono nelle nostre mani. Ma quella finestra si sta chiudendo velocemente. Ecco perché ho deciso di fare questo viaggio ora. Nell'ultimo anno, milioni di giovani hanno alzato la voce per far svegliare i leader mondiali dal clima e dalla crisi ecologica. Nei prossimi mesi, gli eventi a New York e Santiago del Cile mostreranno se ci hanno ascoltato". L'attivista aggiunge: "Insieme a molti altri giovani nelle Americhe e nel mondo, sarò lì, anche se il viaggio sarà lungo e impegnativo. Faremo sentire le nostre voci. La scienza è chiara e tutto ciò che i ragazzi stanno facendo è comunicare e agire secondo quello che ci dice la scienza. E chiediamo che il mondo faccia proprio questo messaggio".
Prosegue, dunque, la "guerra" di Greta alle compagnie aree che ha già fatto proseliti in tutto il mondo. Come scriveva Repubblica lo scorso giugno, il "Flyggfritt" - movimento svedese del "no all’aereo" - ha arruolato 14.500 persone che si sono impegnate a non mettere piede su un jet nel 2019 e questo si è tradotto in un 'anomalo' balzo della vendita di biglietti in treno in Svezia. Nel frattempo, quindici parlamentari francesi hanno presentato un disegno di legge per proibire l’uso dell’aereo sulle tratte come la Parigi-Marsiglia (collegate oggi da 35 voli al giorno) dove la differenza del tempo di viaggio tra aereo e alta velocità ferroviaria è sotto le due ore e mezza, mentre Greenpeace chiede invece una sovrattassa per i frequent-flyer - il 15% dei grandi viaggiatori che copre oggi il 70% dei voli totali.
Sul viaggio in barca dal Regno Unito a New York di Greta viene da pensare che si tratti dell'ennesima trovata pubblicitaria e nulla di più, annunciata in un momento in cui l'attenzione verso i Fridays for Future rischia di scemare dopo il grande entusiasmo iniziale. Una strategia per non far calare l'attenzione sull'icona del progressismo eco-friendly e sulla favola green di una giovane attivista che dal nulla finisce per essere ricevuta con tutti gli onori al World Economic Forum di Davos, simbolo del globalismo finanziario mondiale, e dai potenti del mondo come Christine Lagarde, direttrice del Fmi e ora presidente della Banca centrale europea. Peccato che la favola non nasca dal nulla ma da un'accurata operazione di marketing promossa da Ingmar Rentzhog, esperto di pubblicità, proprietario della startup We Do not Have Time. Il 24 novembre 2018, Ingmar ha inserito la stessa Greta nel board della società.
Solo 3 giorni dopo, We Do not Have Time (che è anche lo slogan di Greta) ha lanciato una campagna di crowfunding che ha raccolto 2,8 milioni di euro. Rentzhog, inoltre, è stato assunto come presidente del think tank Global Utmaning nel maggio del 2018. Fondatrice di questo centro studi è Kristina Persson, ex ministro socialdemocratico svedese dello sviluppo. "È frustrante essere accusati di usare il nome di Greta Thunberg.Non l'abbiamo usata, l'abbiamo aiutata" ha dichiariato Rentzhog in un'intervista di qualche settimana fa, confermando la sua collaborazione con Greta.
Quanto alle dichiarazioni dell'attivista svesede sulla "scienza", in realtà il dibattito sull'origine antropica dei cambiamenti climatici è apertissimo. Di recente, contro il "catastrofismo" di FridaysforFuture e di Greta Thunberg si sono schierati, attraverso una petizione, un centinaio di studiosi e scienziati di fama internazionale "con l’obiettivo di incentivare un serio dibattito sul futuro del nostro pianeta in base alle attuali conoscenze scientifiche e scevro da condizionamenti politici". Un appello sottoscritto da accademici come Uberto Crescenti, Giuliano Panza, Franco Prodi, Antonino Zichichi, Renato Angelo Ricci.
Infatti, secondo gli esperti che hanno aderito all'appello, "la responsabilità antropica del cambiamento climatico osservato nell’ultimo secolo è ingiustificatamente esagerata e le previsioni catastrofiche non sono realistiche". Realismo e non catasfrosimo è ciò che serve per discutere, senza preconcetti, di un tema serio e complesso come quello dei cambiamenti climatici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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