Il grido di dolore della mamma di Elena e Diego: "I ragazzi non si svegliano, cosa gli ha fatto?"

L'uomo non aveva precedenti di violenza e ha covato la rabbia in silenzio

Il grido di dolore della mamma di Elena e Diego: "I ragazzi non si svegliano, cosa gli ha fatto?"

«Che cosa gli ha fatto...»: Daniela Fumagalli lo ripete più volte piangendo. È in una breve pausa del lungo colloquio con il pm di Lecco Andrea Figoni che l'ha ascoltata nella stazione dei carabinieri di Casargo. A poche centinaia di metri suo marito Mario Bressi ha ucciso i loro figli di 12 anni, i gemelli Elena e Diego, e poi si è tolto la vita. La donna, 45 anni, dirigente di una società sportiva nella sua città, esce un momento dalla caserma per abbracciare gli amici che sono venuti a sostenerla e che poi la porteranno via in un'auto dai vetri oscurati. È con loro che si lascia andare, disperata, e ripete: «Che cosa gli ha fatto...».

È toccato a lei trovare i bambini ieri mattina presto nel letto matrimoniale della casa di vacanza a Margno, in Valsassina. Un vicino l'ha vista arrivare insieme ai carabinieri, che lei stessa ha avvisato prima di mettersi in auto da Gorgonzola insieme alla sorella. Dal messaggio che il marito le aveva inviato non aveva dubbi che fosse successo qualcosa di terribile. I gemelli erano stati uccisi alcune ore prima e lei non ha potuto fare nulla: «Non si svegliano», ha ripetuto. Nonostante con Bressi avessero parlato di separazione e avessero contattato un legale, Daniela Fumagalli non aveva avuto niente in contrario quando il marito le aveva detto della breve vacanza solo con i bambini. Desiderava provare a occuparsene lui, aveva spiegato, in vista delle molte occasioni simili dopo la separazione.

Da quello che viene riferito in ambienti investigativi, non ci sono tracce di liti violente nella coppia né di denunce. L'iter di separazione era all'inizio, non era ancora stata presa alcuna iniziativa formale e i coniugi vivevano ancora insieme a Gessate, non lontano da Milano. La situazione, seppur dolorosa, non era sembrata conflittuale. Invece, anche se nessuno lo aveva capito, Mario Bressi covava una rabbia profonda e segreta. Non accettava la decisione che, probabilmente, era stata della moglie e che lei gli aveva comunicato da poco. La sera di venerdì, poche ore prima degli omicidi, i due non avevano litigato al telefono. Pero l'uomo ha inviato diversi messaggi e anche alcune mail. Chi indaga ne deduce una prima e parziale motivazione del delitto. Il 45enne avrebbe voluto punire la moglie, vendicarsi dell'abbandono, togliendole il bene più grande. Anche per questo verranno analizzati computer e telefono dell'uomo alla ricerca di altri messaggi e appunti utili a capire di più e a stabilire se stesse preparando gli infanticidi da tempo.

«Ho contattato la madre, è sotto choc, sembra una bestia ferita - racconta don Bruno Maggioni, parroco della zona pastorale di Margno - È come se gridasse il dolore, è esasperata. So che ha ricevuto conforto medico, ma non basta.

È comprensibile che anche il paese sia sotto choc: siamo 300 abitanti, ci conosciamo tutti e ci vogliamo bene. Come parroco ho il dovere ora di essere vicino a tutti. Io conosco i nonni di queste creature, sono 40 anni che vengono qui in villeggiatura. Il papà sarà venuto qualche volta ma lo conosco di sfuggita».

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