C'è stato un tempo in cui una sua parola poteva fare o disfare un governo. Il verbo dell'Elevato era legge dentro il M5s. Aveva il potere di mettere alla porta un parlamentare con un colpo di testa estemporaneo. Ora parla pochissimo. E quando lo fa imbarazza Giuseppe Conte. Beppe Grillo (nel tondo) è l'unico in grado di scombinare la cavalcata dell'ex premier sulla questione morale. Il Garante è capace di rovinare la festa giustizialista di Conte, che vuole sfruttare a suo vantaggio le inchieste in Puglia e Liguria. Quest'ultima è anche la regione del genovese Grillo. Perciò l'avvocato è terrorizzato dalle battute del comico. «Meno ne parla, meglio è per tutti», è il mantra nel Movimento contiano. L'ordine è di «tenere basso» l'intervento dello showman sul caso di Giovanni Toti. La speranza è che i giornali non se ne accorgano. «Altrimenti ricominciano con il caso Moby», sintetizza un parlamentare grillino, in riferimento all'inchiesta per traffico di influenze che coinvolge Grillo. Ma il fondatore ha parlato. E Conte è irritato. I suoi fedelissimi non commentano, dribblano le domande. Eppure lo squillo è arrivato. A Bologna, durante una tappa del suo spettacolo «Io sono un altro», Grillo non ha potuto evitare un passaggio sul terremoto politico-giudiziario che ha scosso la Liguria. «Vengo da una regione governata da Rete 4», ha esordito il comico martedì sera. La prima stoccata: «Da una regione di industriali che invece di dirti buongiorno ti dicono l'Iban». E il porto di Genova? «Ci ho lavorato anche io. Rubavano tutti, si rubava tutti ma funzionava tutto». «Nessuno si è mai arricchito. Era meraviglioso», continua Grillo. Ma è un altro il passaggio che fa dire ai contiani che «oggi il M5s lo rappresenta Conte». Il fondatore è ambiguo sulla corruzione, distante dal Torquemada del passato e dal giustizialismo dell'ex premier: «Io dubito che una persona incorruttibile sia una persona per bene. Hitler era incorruttibile».
Conte non vuole intrusioni nella sua campagna sulla questione morale e cerca di evitare che i giornali gli ricordino i guai giudiziari di Grillo. «Beppe ormai non muove più nemmeno voti come una volta», chiosa un deputato vicino al leader. Meglio che il Garante non parli.
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