Alla fine l'odio per il Cavaliere ha potuto più dell'odio reciproco. E così Antonio Di Pietro e Beppe Grillo hanno (momentaneamente?) deposto l'ascia di guerra e si sono di nuovo alleati contro il Cavaliere. I due sono ai ferri corti da quanto il leader dei Cinque Stelle ha di fatto «cannibalizzato» l'elettorato dipietrista, approfittando anche della demolizione mediatica dell'Italia dei Valori, travolta dagli scandali e da quella frase dell'ex pm a Report sui soldi al partito («Mia moglie non è mia moglie»).
Adesso che il Cav è tornato in corsa e che il terreno anti Berlusconi rischia di tornare percorribile dopo la sentenza che ha scagionato Silvio Berlusconi, i due ex nemici avranno pensato di rimettersi insieme. «Ci sono state due forzature di troppo - scrive l'ex leader Idv sul blog di Grillo, firmandosi già magistrato, ora contadino - in primo grado aver condannato Berlusconi anche per concussione per costrizione ed in appello averlo assolto anche per il reato di prostituzione minorile».
Poi l'ex magistrato si scatena in una serie di ragionamenti («Non vedo perché Berlusconi si sia dato tanto da fare quella notte per far uscire dalla Questura la ragazzina Ruby Rubacuori e farla affidare addirittura a Nicole Minetti») per poi arrendersi a un laconico «le sentenze si rispettano» e a un drammatico «non pretendo di giudicare gli altri». Già, senza una toga e senza un partito è più difficile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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