Che Beppe Grillo perda pezzi si sa. Anche il suo blog non è più così cliccato come un tempo. Quello che stupisce ora, però, è che il M5S perde appeal anche sul territorio, tra i meet up che hanno fatto il successo del movimento.
Anche i gruppi iperterritoriali simboli della democrazia dal basso, infatti, contano sempre meno partecipanti con l'aumentare delle espulsioni. Nascono nel frattempo nuove aggregazioni alternative dai nomi significativi: "Uno vale tanto", "Democrazia in movimento", "Percorso comune", "Progetto X", "In Movimento senza Grillo e Casaleggio", "uno vale uno, ma davvero", "Libertà in Movimento", "Liberiamo la Basilicata". Insomma, si tratta di "anti-meet up" con un solo comune denominatore: l'assenza di vertici, men che meno di "guru" e ideologi à la Grillo e Casaleggio.
Un "anti-M5S" formato da ex militanti e attivisti delusi, che accusano i Cinque Stelle di aver tradito i sogni di gloria e rinnegato i valori del movimento una volta nel
Palazzo. Spesso sono aggregazioni obbligatorie, formatesi attorno a dimissionari ed espulsi. Come "Alternativa libera, nata alla Camera da Walter Rizzetto e altri 9 fuoriusciti e che ormai conta seguaci in tutta Italia. O come in Toscana dove i meetup locali hanno subìto una vera e propria emorragia dopo l'espulsione i Massimo Artini.
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