Clemente Mastella signorilmente non gongola. Ma ammette che sì, la scelta di sua moglie di non salire sul carro dei «contiani» diretto verso l'irrilevanza «è stata giusta». I 15 minuti di notorietà evocati da Andy Warhol per i «volenterosi» del Senato sono stati quasi letterali: un quarto d'ora sotto i riflettori e poi i «costruttori» si sono trasformati in umarell. Si apprestavano a entrare da protagonisti nel cantiere del Conte Ter, si sono ritrovati a guardare i lavori del Draghi Uno da dietro la rete, come pensionati della politica.
Sembra incredibile, ma sono passati appena otto giorni dalla sera in cui la senatrice Sandra Lonardo ha sorpreso con il suo gran rifiuto i nuovi compagni di avventura. Fiuto, fortuna, o la semplice constatazione che il nuovo gruppo di Palazzo madama, Europeisti-Maie-Centro democratico, aveva più nomi che componenti. «Si sono mossi troppo presto», spiega Mastella che di esperienza in materia ne ha da vendere.
Per qualche ora è parso che il destino dell'Italia dipendesse da loro. Nomi semi sconosciuti si sono ritrovati sulle prime pagine dei giornali, con schiere di analisti pronti a scrutarne i gesti, a interpretarne le motivazioni, a giustificarne filosoficamente le ragioni. Altri finiti in secondo piano, hanno ritrovato centralità. Il comandante Gregorio De Falco che ha incitato a «salire a bordo, cazzo» e poi si è ritrovato alla deriva. O Renata Polverini che, dopo l'adesione al gruppo di Tabacci alla Camera, si aggirava instancabile a Palazzo Madama, in coppia fissa con l'altra transfuga di Forza Italia, Maria Rosaria Rossi, in cerca di senatori vacillanti. Da onnipresenti a sparite.
A ogni allargamento della maggioranza, gli «Europeisti» perdono peso. Perfino lo statuario Andrea Causin, il senatore ex montiano che, dopo quattro cambi di casacca era approdato nel centrodestra. Contro di lui si era scatenato sul web il responsabile di Forza Italia in Veneto Michele Zuin: «Sei un gigante fisicamente... ma sei proprio un piccolo uomo». Ma ora prevale l'ironia. «L'anatema del presidente Berlusconi non si smentisce mai -scherza, ma non troppo, Giorgio Mulè- tradire Forza Italia non porta fortuna». C'è chi la prende con ironia, come il capo del Maie, l'italo-argentino Ricardo Merlo. «In aula ho detto che stava per nascere il governo Di Maie -racconta Maurizio Gasparri- e lui poi mi ha ringraziato, dicendo che sua moglie aveva molto apprezzato la battuta».
Ma il destino più singolare è quello di Tatiana Rojc, la senatrice che il Pd ha dato «in prestito» per sostituire Sandra Lonardo in
extremis e far nascere il gruppo. Il suo sacrificio le è valso anche il sarcasmo via web di Giorgio Gori: «Ma la povera @tatjana_rojc è rimasta ostaggio dei Costruttori per #Conte? Liberatela!». Costruttrice. Della sua prigione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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