La Guardia costiera tunisina ha bloccato 10.200 migranti diretti in Italia dall' inizio anno fino al 20 marzo. Ad oggi dalla Tunisia, primo paese di partenza che ha soppiantato la Libia, sono arrivati illegalmente sulle nostre coste in 15.805, oltre la metà degli sbarchi totali (28.028). Solo nel fine settimana del 24 e 25 marzo i tunisini sono riusciti ad intercettare e riportare indietro 2.982 persone partite da Sfax e Chebba, quasi tutte subsahariane. Negli stessi giorni sono sbarcati a casa nostra 4.821 migranti, in gran parte provenienti dalla Tunisia. «Nonostante i numeri siano molto alti, quasi da record, se non ci fosse stata l'attività di prevenzione da parte della Tunisia sarebbero stati quasi il doppio», ha confermato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Per questo bisogna aiutare il più possibile il paese nordafricano a non scivolare nel baratro della crisi economica che farebbe esplodere le partenze. E supportare direttamente la Guardia costiera. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha proposto di stanziare per la Tunisia 300 milioni di euro in cambio di riforme. Tajani ha anche spiegato che l'Italia fornirà 100 milioni di euro per le piccole e medie imprese che saranno in parte finalizzati ad acquistare prodotti italiani.
Al Viminale si parla di piani di sostegno alla Tunisia che potrebbero prevedere anche addestramento e sostegno nel controllo delle frontiere. Non solo dal confine meridionale nel Sahara, ma pure dalla Libia stanno arrivando migranti illegali a frotte, che spendono meno e sbarcano prima in Italia partendo dalla Tunisia. Non è un caso che la prima nazionalità degli arrivi da gennaio siano gli africani della Costa D'Avorio seguiti dai migranti della Guinea, che salpano dalla zona di Sfax. E vengono caricati in 30-40 alla volta su barchette in lamiere di ferro pericolose ed instabili. Il viaggio in mare, che dura una giornata, è il più economico: dai 450 ai 600 a persona in dinari tunisini. Dopo le sparate del presidente, Kais Saied, sulle «orde di migranti illegali» in arrivo dai paesi sub-sahariani come parte di «un piano criminale per cambiare la composizione demografica tunisina» è scattata la caccia al nero. Si rischia un'impennata delle partenze dei sub sahariani che sono almeno 20mila. I tunisini salpano più a nord, da Sousse, con barche migliori. Il prezzo aumenta fino a 1500 .
La Guardia costiera italiana sta monitorando i pescherecci tunisini che avrebbero un ruolo di nave madre o di appoggio ai barchini dei migranti per problemi di rotta, carburante e mare mosso. Il kayak con due tunisini che remavano non avrebbe mai potuto arrivare da solo a Pantelleria il 25 marzo.
Il ministro dell'Interno Piantedosi punta molto sulla collaborazione con il paese nord africano. Il 29 marzo era di nuovo al telefono con la sua controparte a Tunisi, Kamel el-Fekih. Al cantiere Vittoria, in provincia di Rovigo, stanno rimettendo a posto, come previsto dal contratto veicolato dal Viminale, quattro pattugliatori tunisini varati nel 2015. In tutto sono 12 le motovedette consegnate alla Guardia costiera o Marina tunisina.
Piantedosi andrà a Tunisi, nella «terza decade di aprile», per affrontare il tema dei migranti, insieme ai suoi omologhi francesi e tedeschi e alla commissaria Europea per gli affari interni, Ylva Johansson. Il ministro dell'Interno ha confermato: «Arrestare i flussi deve essere la prima azione che dovrà essere discussa» per evitare un'invasione estiva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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