"Chi cancella la festa del Natale non è adatto a fare il preside"

Il caso di Rozzano diventa politico. Levata di scudi del centrodestra. Salvini tuona contro il dirigente scolastico. In serata le dimissioni di quest'ultimo

"Chi cancella la festa del Natale non è adatto a fare il preside"

Non si placano le polemiche sulla decisione del preside della scuola di Rozzano, nel Milanese, a forte componente straniera di evitare festeggiamenti natalizi per non turbare gli alunni di altra fede religiosa. E per lunedì il dirigente è stato convocato dall'Ufficio regionale scolastico della Lombardia, dopo l'intervento dell'assessore regionale all'Istruzione, Valentina Aprea, che vuole capire le motivazioni "che stanno alla base del grave gesto da lui compiuto nel cancellare ogni iniziativa scolastica che riguarda il Natale cristiano".

In serata però si è appreso che il preside Marco Parma ha rimesso il mandato di reggente ma limitatamente alla scuola primaria dell'istituto comprensivo Garofani di Rozzano.

A dare il là alle critiche stamani è stata proprio l'Aprea - già sottosegretario all'Istruzione nel governo Berlusconi - eletta a suo tempo alla Camera nelle liste di Forza Italia proprio nel collegio uninominale di Rozzano, dove si trova la scuola "incriminata": "È inconcepibile che un dirigente scolastico possa togliere i riferimenti di una delle più importanti festività cristiane dalla sua scuola. Così non si rispetta il credo religioso di altre persone che comunque hanno nella fede cristiana il loro riferimento; e così facendo non si rispettano neppure le normative scolastiche nazionali che prevedono gli insegnamenti religiosi".

Licenziare presidi e insegnanti contrari alla celebrazione del Natale nelle scuole. È questa la soluzione suggerita dal segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, dopo che improvvisamente le festività natalizie nelle scuole sono diventate un problema sociale, che adesso si sta trasformando in politico. "Secondo me, qualche insegnante o qualche preside dovrebbe essere licenziato. Chi cancella il presepe e la storia del Natale dalle scuole non è adatto a fare quel lavoro", ha detto il leader del Carroccio.

Sono tanti gli esponenti politici che nelle ultime ore stanno intervenendo, soprattutto tramite i social network, per dire la propria sui recenti fatti di cronaca che si succedono giorno dopo giorno in merito alla celebrazione del Natale nelle scuole, diventata improvvisamente una questione di tolleranza e rispetto nei confronti degli stranieri.

Mara Carfagna scrivere su Facebook: "Cancellare il Natale, o solo valutare l'idea di renderla una festa laica come risposta o reazione agli attentati di Parigi, significa alzare le mani in segno di resa incondizionata. Proprio in questo momento in cui ci sentiamo più minacciati, dobbiamo invece aggrapparci alle nostre radici e alla nostra storia. Non siano noi a dover cambiare il nostro modo di vivere, la nostra cultura, le nostre tradizioni. Ma è chi viene nel nostro Paese che deve accettarle e rispettarle, così come facciamo noi quando andiamo all'estero".

Il ragionamento della deputata di Forza Italia si conclude così: "Trovo davvero inaccettabile la proposta del dirigente della scuola di Rozzano di voler trasformare il Natale dei suoi studenti in una festa laica. È fondamentale infatti in questo momento far capire e spiegare ai bambini che l'Italia è un Paese forte, che non si fa piegare e che la loro vita non cambierà a causa di fanatismi estremistici".

Critiche per la decisione del preside della scuola di Rozzano di abolire il Natale arrivano anche dal Pd, e più precisamente dal Sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone. "Una scuola multiculturale rimasta senza il Natale perché, a detta del dirigente scolastico, è così che si rispettano le diverse identità dei singoli alunni stranieri. Una decisione che si fregia del vanto del rispetto dell'alterità. In realtà una decisione miope, presa da chi ancora confonde l'inclusione con il quieto vivere", commenta sul social network.

"No a un'inclusione per sottrazione. Nascondere è una soluzione di comodo - continua Faraone - che, invece di creare coesione sociale, non fa altro che alzare barriere di risentimento e diffidenza. L'inclusione passa per la conoscenza. Ogni tradizione è il filo di una trama che permette di ricostruire identità che si sono formate nel tempo, risultato di stratificazioni e sincretismi. "Colpire i simboli - tanto più il Natale, una festa trasversale, che unisce al di là di appartenenze e credi religiosi - non garantisce il rispetto di alcunché, non produce una scuola e una società accoglienti e inclusive".

Intanto arriva anche la rassicurazione del coordinatore delle associazioni islamiche di Milano, Davide Piccardo, che in un'intervista a "inBlu Radio", network delle radio cattoliche italiane, ha affermato che "non è il caso di svuotare ulteriormente la nostra società dalle tradizioni religiose e culturali, bisogna assolutamente preservarle. La celebrazione di feste cristiane non è mai stato un problema per i musulmani in questo Paese". Poi arriva la precisazione: "Crediamo però che ci sia da prendere atto - ha aggiunto Piccardo - di una presenza sempre più numerosa di studenti musulmani in tutte le scuole.

Quindi bisognerebbe aggiungere e non sottrarre, questo è importante. È necessario considerare le diverse sensibilità religiose in Italia".

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