Guerra di nervi Conte-5 Stelle. Si tratta su Zingaretti a Roma

Il Pd offre in cambio le Regionali in Lazio. La Raggi non vuol mollare e piazza il suo vice Frongia con la Dadone

Guerra di nervi Conte-5 Stelle. Si tratta su Zingaretti a Roma

La ripartenza è una guerra di nervi. «Il Pd in pochi giorni ha cambiato il leader e Letta (Enrico ndr.) ha subito nominato la segreteria, noi perdiamo tempo», dicono dai Cinque Stelle. La rifondazione di Giuseppe Conte si è incagliata. Due le possibilità per uscire dall'impasse in tempi rapidi. Tentare la strada di un ricorso al garante della privacy per costringere Davide Casaleggio a cedere l'elenco degli iscritti oppure fondare da zero un nuovo contenitore. L'avvocato punta sul ricorso all'Autorità che si occupa di dati personali. Ma trascura la possibilità che lo stesso organismo chieda conto al M5s del perché non disponga di una «copia» del database, pur essendo titolare del trattamento. La paura è che il protrarsi dello stallo possa logorare l'ex premier all'infinito. Casaleggio ha tolto anche il riferimento alle morosità dei parlamentari dalla maschera che appare nella homepage del Blog delle Stelle. Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche Agricole, colpisce duro. «Davide Casaleggio ha scelto di fare politica - dice Patuanelli ad Agorà su Rai3 - separatamente dal Movimento perché non ha condiviso, già dal 2019, la scelta del governo con il Pd e del governo Draghi». Il ministro torna sui dati: «Non si possono utilizzare i dati del Movimento a beneficio di un nuovo soggetto politico», insiste, sebbene Rousseau non sia ancora un partito. Segnale che Conte vorrebbe chiudere subito la questione. Perciò ha scartato l'opzione della revoca della gestione del trattamento dei dati a Rousseau. In alternativa, il M5s potrebbe ammettere di non avere un legale rappresentante. In questo caso il Movimento chiederebbe al tribunale di Milano la nomina di un curatore speciale appositamente per la consegna dei dati degli iscritti. Ottenuto il database da Rousseau, il curatore lo cederebbe a Beppe Grillo, che a quel punto dovrebbe indire la votazione per l'organo collegiale.

A questo proposito, l'avvocato degli espulsi Lorenzo Borrè in un post su Facebook parla di «curatore necessario (che risolverebbe tutto in pochi giorni)». Ma i Cinque Stelle non sono disposti ad ammettere di non avere un rappresentante legale, perché l'ammissione aprirebbe la strada al reintegro di tutti gli espulsi per il no alla fiducia al governo Draghi. Gli epurati comunque sperano di rientrare, a maggior ragione in caso i Pm di Cagliari ordinassero la votazione del direttorio prima dell'insediamento di Conte. Ex premier che giovedì ha attaccato Casaleggio dopo aver subito il pressing dei big e dei parlamentari. Nel M5s continuano a circolare voci di parlamentari in uscita, di scissioni. Progetti favoriti dal taglio degli eletti voluto dagli stessi grillini e dal calo nei sondaggi del Movimento. E Conte è pressato dallo stato maggiore anche sul terzo mandato. Patuanelli apre a una modifica. «Le regole con il consenso comune possono essere modificate», dice.

Sullo sfondo la partita delle comunali del prossimo autunno. Su Roma il neo-leader del M5s è accerchiato dal Pd, che ha tentato fino all'ultimo di giocare la carta di Nicola Zingaretti per unire i giallorossi. I dem provano ancora a far convergere gli stellati sull'ex ministro Roberto Gualtieri. La contropartita potrebbe essere la candidatura alla presidenza del Lazio per un grillino nel 2023. Ma la Raggi, blindata ieri da Luigi Di Maio, tira dritto. Il suo comitato «Avanti con CoRaggio» è il nucleo della campagna elettorale. E potrebbe diventare una formazione civica o addirittura sostituire il M5s se ci fossero problemi con la certificazione della lista e scontri sul simbolo.

Intanto nella Capitale lascia il diciottesimo assessore in cinque anni. Si tratta del fedelissimo della sindaca Daniele Frongia, già assessore allo Sport e vicesindaco. La Raggi ormai agli sgoccioli lo ha piazzato nello Staff della ministra grillina della gioventù Fabiana Dadone.

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