La guerra tra Usa e Cina si gioca tutta su TikTok. Il pugno duro di Trump

Decreto restrittivo della Casa Bianca contro l'app. E i cinesi minacciano un'azione legale

La guerra tra Usa e Cina si gioca tutta su TikTok. Il pugno duro di Trump

New York. La scure di Donald Trump si abbatte su TikTok e le tensioni tra Washington e Pechino tornano alle stelle. Il presidente americano ha firmato un decreto che entrerà in vigore tra 45 giorni con cui vieta tutte le transazioni con la casa madre di TikTok, ByteDance, da parte di ogni persona o entità soggetta alla giurisdizione statunitense. E le società che non rispetteranno la norma verranno sanzionate. Nell'ordine esecutivo, che riguarda anche un'altra popolare app di proprietà della cinese Tencent, WeChat, si giustificano le restrizioni con motivi legati alla sicurezza nazionale. Escluse dalle sanzioni tutte le operazioni compiute entro il 20 settembre, un modo per permettere la conclusione del possibile accordo per la cessione del social dei minivideo a Microsoft. La misura firmata dal tycoon, inoltre, comporterebbe che TikTok non possa più ricevere pubblicità dalle grandi aziende americane e venga rimosso dagli app store di Apple e Google. L'applicazione scaricata da oltre 100 milioni di americani potrebbe poi, secondo gli esperti, non ricevere più aggiornamenti software, diventando con il tempo inutilizzabile.

Nell'ordine, la Casa Bianca afferma che TikTok raccoglie molte informazioni dai suoi utenti, inclusi i dati sulla loro posizione e la cronologia delle ricerche internet, e c'è la possibilità che li consegni alle autorità cinesi. «Questa raccolta di dati minaccia di consentire al Partito comunista cinese l'accesso a informazioni personali degli americani, potenzialmente consentendo a Pechino di rintracciare le posizioni di dipendenti e appaltatori federali e condurre spionaggio aziendale», si legge. Immediata la condanna da parte del Dragone, per cui si tratta di un atto di «manipolazione e repressione politica». Il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wengbin, ha accusato Washington di «porre i propri interessi egoistici al di sopra dei principi di mercato e delle regole internazionali». Gli Stati Uniti, ha aggiunto, «effettuano manipolazioni politiche arbitrarie e repressioni che possono solo portare al loro declino morale e ad un danno alla loro immagine».

TikTok, da parte sua, ha sempre minimizzato i legami con Pechino, affermando che i dati sugli utenti americani sono archiviati principalmente in Virginia, e ora minaccia un'azione legale negli Usa contro il decreto firmato da Trump. In una nota il social ha espresso il suo «sconcerto» per l'ordine esecutivo, sottolineando che è stato emesso «senza seguire alcuna regolare procedura». «Per quasi un anno abbiamo tentato in buona fede di relazionarci con il governo degli Stati Uniti per concordare una soluzione costruttiva alle preoccupazioni espresse - si legge -. Ci siamo invece dovuti confrontare con un'amministrazione che non ha considerato i fatti, ha dettato i termini di un accordo senza attenersi alle normali procedure legali e ha tentato di intromettersi nelle trattative tra due aziende private». E ancora: «Abbiamo già chiarito che TikTok non ha mai condiviso i dati dei suoi utenti con il governo cinese, né censurato alcun contenuto su richiesta di quest'ultimo. Le nostre priorità sono sicurezza, protezione e fiducia della nostra community, sempre».

Nel frattempo il Financial Times, citando fonti informate, ha rivelato che Microsoft vuole comprare da ByteDance non solo le unità di TikTok in Usa, Canada, Australia e Nuova Zelanda, ma anche quelle in Europa e India. Puntando quindi a rilevare le attività in tutti i mercati in cui la app è presente, eccetto quello cinese.

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