Guida Commissioni: intesa in maggioranza. Tremonti e Damiani in pole per il Bilancio

Presidenze dei parlamentini: undici ai meloniani, sette alla Lega e cinque a Fi. Entro fine settimana si punta a chiudere sui 40 posti disponibili nei dicasteri

Guida Commissioni: intesa in maggioranza. Tremonti e Damiani in pole per il Bilancio

La prima convocazione delle commissioni permanenti di Camera e Senato è fissata per il 7 novembre 2022: seduta durante la quale si procederà all'elezione dei presidenti e degli uffici di presidenza. Sono 24 le poltrone in palio: 14 commissioni a Montecitorio e 10 (dopo la riforma dei regolamenti) a Palazzo Madama. Per ora c'è una bozza di intesa sui numeri nella maggioranza di centrodestra: a Forza Italia spetteranno 5 presidenze (3 a Montecitorio e 2 al Senato), alla Lega 7 (4 alla Camera e 3 a Palazzo Madama) 11 a Fratelli d'Italia (6 a Montecitorio e 5 al Senato) ed infine una presidenza alla Camera per i centristi che al Senato hanno già beccato la poltrona di Questore Antonio De Poli.

Anche su sottosegretari e viceministri c'è una prima intesa: Lega e Fi dovrebbe prendere 7/8 caselle a testa e 16 poltrone andranno a Fdi.

L'accordo sui nomi arriverà solo dopo la chiusura del puzzle sui sottosegretari e viceministri. «È una questione di bilanciamento. Noi puntiamo ad avere 12 caselle tra sottosegretari e viceministri. È chiaro che se ne dovessimo prendere di meno proveremmo a recuperare qualche posizione con le presidenze di commissioni - spiega al Giornale un parlamentare di Forza Italia. A Montecitorio non ci sarà alcun taglio, dopo la riduzione dei parlamentari (passati da 615 a 400). La segreteria generale di Montecitorio ha garantito il pieno funzionamento degli organi nonostante la ridotta composizione dei gruppi. Alcune indicazioni per la guida delle commissioni iniziano però a trapelare.

Al Senato la commissione Bilancio dovrebbe toccare a Fi: in pole Dario Damiani. Alla Camera la Bilancio andrebbe in quota Fdi: c'è il nome dell'ex ministro Giulio Tremonti. Ma vista l'importanza dell'incarico il presidente Meloni potrebbe imporre la guida per il fedelissimo Maurizio Leo, che uscirebbe così dalla partita per i sottosegretari. Alla commissione Finanze di Montecitorio andrebbe il leghista Alberto Bagnai mentre agli Affari sociali toccherebbe all'azzurro Andrea Mandelli. Fdi porterebbe a casa la commissione Cultura con Federico Mollicone, Difesa con Salvatore Deidda e Affari Costituzionali con Emanuele Prisco. La Lega strapperebbe la guida della commissione Lavoro a Montecitorio con Stefano Candiani.

Ma prima va chiuso l'incastro su sottosegretari e viceministri: quaranta poltrone da distribuire per puntellare l'alleanza di governo. Si accelera e si punta a chiudere entro il fine settimana. Il forzista Paolo Barelli è in pole per la poltrona di sottosegretario all'Interno. L'altro sottosegretario dovrebbe essere un esponente di Fratelli d'Italia: si fa il nome di Edmondo Cirielli, in corsa anche per la poltrona di viceministro degli Esteri. In Forza Italia dovrebbero spuntare un posto Alberto Barachini all'Editoria e Matilde Siracusano al Sud. Salgano le quotazioni di Paola Frassinetti, deputata di Fdi, che potrebbe andare alla Pubblica istruzione. Andrea Delmastro potrebbe andare alla Giustizia o alle Infrastrutture. Per Vittorio Sgarbi ci sarebbe la poltrona di sottosegretario alla Cultura con la delega della Conservazione del patrimonio culturale italiano.

Matteo Salvini chiede una decina posti (ne otterrebbe 8) e ripesca i non eletti: Armando Siri e Giuseppina Castiello dovrebbe rientrare nel pacchetto. C'è il nodo Durigon: il fedelissimo del Capitano non ha avuto alcun incarico nel governo. E ora potrebbe rivendicare uno spazio. Da Roma in odore di riconferma c'è Federico Freni. Un ritorno alla Giustizia potrebbe essere quello di Jacopo Morrone come sottosegretario. L'alternativa, sempre in quota Carroccio, è Stefano Cavanna componente laico al Csm che avrebbe il gradimento di tutta la coalizione di centrodestra.

Mentre Vania Gava andrebbe al Ministero della Transizione ecologica e Alessandro Morelli al Mise. Due le new entry: Valeria Alessandrini e Alberto Stefani. I centristi indicherebbero il nome di Lorenzo Cesa per l'Agricoltura.

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