Gli (hacker) islamisti mettono a tacere anche 19mila siti web

Gli (hacker) islamisti mettono a tacere anche 19mila siti web

L'altro terrorismo che invade la rete e la usa per minacciare l'occidente. Diciannovemila siti internet francesi attaccati da hacker islamisti: è il bilancio registrato negli ultimi quattro giorni quando, nell'etere francese, è maturata la consapevolezza che una nuova guerra, diversa da quella scatenata nella sanguinosa follia parigina, è di fatto iniziata. Senza conoscere se e quanto l'intero continente si stia difendendo. Non solo a fornire i numeri ci ha pensato il sito specializzato in sicurezza informatica ZatazMag , ma è giunta la conferma ufficiale anche da parte del vice-ammiraglio Arnaud Coustillière, numero uno per la cyberdifesa dello Stato maggiore francese. Per la prima volta nella sua storia la Francia ha di fronte a sé un nemico senza armi convenzionali, che la minaccia apertamente, anche se è lo stesso viceammiraglio a sottolineare che si tratta di attacchi «di basso livello», che non inviano virus ma si limitano a cancellare l'homepage del sito attaccato. Ma anche se Coustillière li definisce «attacchi opportunisti», mirati a siti con poca protezione ecco che, in prospettiva, potrebbero essere attuati da «un qualsiasi geek». Come dire che la clava in mano agli hacker non è poi così inoffensiva, visto e considerato che è l'occidente a incassare il colpo. Da pochi giorni infatti è stato riattivato l'account Twitter del Comando Usa dopo la frase choc degli hacker dell'Isis: «Soldati americani, stiamo arrivando, guardatevi le spalle». Un tweet che aveva avuto l'effetto di frantumare le certezze del comando centrale Usa che ha in seguito riattivato il proprio account @centcom , dopo che alcuni fan dell'Isis si erano inseriti. E addirittura avevano inserito il nome «Cybercaliphate» su una foto di un militante jihadista con la kefia bianca e nera e la scritta «I love you Isis». Un imbarazzo che ha scosso i vertici del Pentagono, dal momento che gli hacker non si sono limitati al solo twitter, ma hanno puntato anche al profilo YouTube del Centcom inserendo alcuni video di propaganda a favore del Califfato.

Certo, poi il comando Usa ha sostenuto che nonostante l'attacco «i network operativi militari non sono stati compromessi e non c'è alcun impatto operativo per il Centcom». Ma quel comunicato di risposta non ha calmierato chi oggi si chiede dove sia finita la web-sicurezza a stelle e strisce.

Il tema adesso è come reagiranno la Nato e l'intero mondo anti Isis a questi attacchi. Per il momento l'unico a muoversi concretamente è stato il gruppo Anonymous che ha dichiarato guerra all'Isis e al Qaida con l'hashtag: # OpCharlieHebdo (Operazione Charlie Hebdo). «Attaccheremo e metteremo offline tutti i siti della galassia jihadista» ha detto in un video un rappresentante di Anonymous con la maschera di Guy Fawkes, nelle ore successive al massacro parigino.

«Vi prendete la libertà di uccidere persone innocenti, e noi vendicheremo la loro morte».

Una presa di posizione durissima, accompagnata dalla minaccia che mai i nuovi nemici riusciranno ad imporre «la legge della sharia sulle nostre democrazie». E ancora: «Vi rintracceremo ovunque voi siate, nessun posto sarà sicuro. Noi siamo Anonymous, noi siamo la legione. Noi non perdoniamo. Noi non dimentichiamo. Aspettateci».

twitter: @FDepalo

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