Harry e Meghan (ancora) incubo di Carlo. Ma la loro verità parte al rallentatore

La tanto attesa docuserie dei principi ribelli al via tra accuse alla stampa e rivendicazioni. Ma niente attacchi alla famiglia

Harry e Meghan (ancora) incubo di Carlo. Ma la loro verità parte al rallentatore

Londra. Si alza finalmente il sipario sul melodramma reale di Harry e Meghan. Sono infatti da ieri su Netflix le prime tre puntate della docuserie dove i Sussex raccontano «la loro verità» sui motivi che li hanno indotti ad abbandonare il Regno Unito e la Famiglia Reale. Dopo i titoloni dei giornali e le indiscrezioni dei tabloid nazionali eccoli, a rivelare, in prima persona, i segreti e i drammi di una «grande love story» in cui tutti sembrano aver voluto dire la propria, senza lasciare abbastanza spazio ai protagonisti, costringendoli alla fine a fuggire all'estero per ritagliarsi una vita lontani dai riflettori, come una famiglia normale. Almeno, questa è la loro versione, visto che, sia prima che dopo l'uscita del documentario, Buckingham Palace ha mantenuto uno stretto e dignitoso silenzio di fronte alla grancassa pubblicitaria che ha accompagnato il debutto cinematografico del nipote preferito della Regina e della sua consorte. E sebbene prima della serie Netflix informi gli spettatori che i membri della Famiglia Reale hanno declinato di commentare il contenuto del programma, alcune fonti sostengono che a Palazzo nessuno sia stato contattato.

A parlare per primo, nella serie, è proprio Harry che ha accusato la sua famiglia di non aver mai compreso la necessità di proteggere la moglie dall'invadenza dei media. «Per quale motivo Meghan dovrebbe aver bisogno di essere protetta - ha raccontato il secondogenito di re Carlo - avevano risposto i membri della famiglia nel 2016 in seguito a dei titoli razzisti apparsi sui giornali e allo stalking di alcuni paparazzi dopo la diffusione della notizia di una nostra presunta separazione. Come sempre il loro suggerimento fu: Non dire e non fare nulla. La cosa venne trattata come un rito di passaggio e alcuni di loro sembravano pensare: mia moglie ha dovuto sopportare gli stessi fastidi, perché la tua fidanzata dovrebbe venir trattata in modo differente? Perché dovrebbe ricevere un trattamento speciale?. La differenza sta nell'elemento razziale», rispose Harry, ma rimase inascoltato. Ma chi si aspettava rivelazioni bomba e attacchi specifici contro alcuni componenti della «Ditta» rimarrà deluso. Nelle prime tre puntate Harry e Meghan puntano il dito soprattutto sui media, «colpevoli» di averli perseguitati e distrutti, qualsiasi cosa facessero, qualsiasi posizione prendessero.

Filmando sè stesso il giorno in cui lasciò il Paese per l'ultima volta in veste di membro della Famiglia reale, Harry afferma che sentì di essere in dovere «di scoprire lo sfruttamento e la corruzione esistenti all'interno dei nostri media». «Sfortunatamente, ogni volta che difendiamo una causa o ci battiamo per qualcosa, loro ci distruggono» aggiunge Meghan in un altro spezzone, girato da lei stessa a Vancouver. Nel documentario appare anche la madre di Meghan, Doria Ragland, che racconta come i fotografi abbiano scelto immagini di sobborghi degradati di Las Angeles per far vedere dov'era nata e dove viveva. Harry si addossa invece la responsabilità della rottura dei rapporti tra Meghan e il padre, Thomas Markle, rimasti tesi fin dai tempi del loro matrimonio. «È terribilmente triste che prima lei avesse un padre e dopo non più - commenta - se non fosse stato per me, suo padre sarebbe ancora suo padre». Del resto, ogni grande amore paga un prezzo.

«Lei ha sacrificato tutto quello che conosceva per far parte del mio mondo - dice Harry di Meghan - la sua libertà, tutto. E subito dopo io ho fatto lo stesso per lei». Un finale da favola? Lo sapremo nelle prossime puntate, in onda dal 15 dicembre.

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