Hezbollah è in casa nostra. In 5 con documenti italiani

Tajani: "Passaporto avuto con falsi certificati, cittadinanza revocata". Ecco la rete filo Hamas tra siti Internet ed enti di beneficenza fasulli

Hezbollah è in casa nostra. In 5 con documenti italiani
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Il timore di infiltrazioni di figure legate a gruppi terroristici in Italia o addirittura di persone con passaporto e cittadinanza italiana affiliate ad Hamas o Hezbollah, in particolare dopo il 7 ottobre, è ormai diventato un dato di fatto. Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo alla Conferenza nazionale degli enti locali di Forza Italia, ha dato una notizia preoccupante: «Abbiamo scoperto cinque Hezbollah che erano riusciti ad avere il passaporto italiano. Ora stiamo revocando la cittadinanza perché essere italiani è una cosa seria». Tajani ha spiegato che avevano ottenuto la cittadinanza «con falsi certificati». Solo pochi giorni fa a Bologna è stato espulso Zulfiqar Khan, l'imam della moschea di via Jacopo Di Paolo, nell'ordinanza di espulsione si legge che il religioso sarebbe stato: «in contatto con cittadini stranieri emersi all'attenzione nell'ambito di attività investigative per la loro appartenenza agli ambienti dell'Islam ultra-radicale» e sarebbe emerso che «è in grado di favoreggiare l'infiltrazione nel territorio bolognese organizzazioni politico-religiose e para-terroriste».

Si tratta di un aspetto tutt'altro che secondario ed è proprio il legame tra gruppi religiosi musulmani, organizzazioni, associazioni, ong pro Palestina che operano in Italia con Hezbollah, Hamas e i Fratelli Musulmani a preoccupare, in particolare per la radicalizzazione avvenuta dopo il 7 ottobre. È quanto emerge dal report anticipato ieri in esclusiva da Il Giornale realizzato dall'organizzazione Elnet intitolato «Hamas in Europe» in cui un capitolo è dedicato proprio all'Italia. La principale figura di collegamento con Hamas in Italia è Mohammad Hannoun, fondatore di varie organizzazioni. È significativo notare come l'attività di proselitismo e le iniziative della sua galassia siano aumentate nell'ultimo anno soprattutto con una crescita della visibilità mediatica. Hannoun, che ha incontrato i leader di Hamas Ismail Haniyeh e Khaled Mashaal, nell'ottobre 2023, poche settimane dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre, «ha partecipato a una conferenza a Roma in cui ha dichiarato che, avendo Hamas vinto le prime e uniche elezioni palestinesi democratiche nel 2006, è il vero rappresentante del popolo palestinese. Ha anche affermato che qualsiasi colonizzatore israeliano è un militante israeliano, giustificando il massacro di civili israeliani da parte di Hamas nelle loro case e comunità».

L'Associazione Benefica Di Solidarietà con Il Popolo Palestinese di cui Hannoun è il fondatore ha subito alcune misure da parte delle istituzioni europee, statunitensi e israeliane. Nel 2021 il suo conto corrente è stato sospeso in Europa per una «serie di attività sospette». Il 7 ottobre 2024 le autorità americane hanno segnalato l'ABSPP «definendola un ente di beneficenza fasullo che contribuisce a finanziare l'ala militare di Hamas». Colpisce anche l'attività del sito InfoPal tra i cui collaboratori figura «Safiee Mahfuzh, che è stato anche registrato come lavoratore presso il Palestine Return Centre (PRC), riconosciuto dalla Germania nel 2018 come una piattaforma utilizzata da Hamas per nascondere le proprie attività terroristiche e messo fuori legge in Israele nel 2010». Elnet scrive che «il 9 ottobre, solo due giorni dopo il massacro di Hamas contro Israele, il caporedattore di InfoPal, la dott.ssa Angela Lano, ha scritto un articolo in cui giustificava il massacro di Hamas come decolonizzazione del sud globale e lodava la resistenza armata ben organizzata che «ha liberato gli insediamenti». Come se non bastasse «InfoPal si riferiva anche alle aree israeliane infiltrate dai terroristi di Hamas come liberate e condivideva i filmati del braccio mediatico di Hamas. Lano si riferisce anche al massacro come al ciclone di Al-Aqsa o alluvione, che è il modo in cui Hamas si riferisce al 7 ottobre».

L'elenco di commistioni e legami tra

associazioni che si spacciano come «promotrici della causa palestinese» in Italia con gruppi terroristici è purtroppo lungo e preoccupante ed è un fenomeno su cui le autorità italiane devono tenere gli occhi sempre più aperti.

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