Grandeur o, più pragmaticamente, furbizia? Mentre Washington e Berlino fanno la voce grossa contro Mosca per via delle note sanzioni che stanno danneggiando, tra le altre cose, anche le aziende italiane, quello che i sondaggi hanno definito come il peggior presidente della storia di Francia non ci pensa proprio a perdere più di un miliardo di euro. E, con uno scalo a sorpresa, di ritorno dal viaggio di Stato in Kazakistan, si «ferma» all'aeroporto di Mosca per incontrare Vladimir Putin.
La visita a sorpresa che François Hollande ha fatto ieri a Mosca ufficialmente non ha riguardato il contratto di costruzione di due fregate Mistral alla flotta russa da 1,2 miliardi di euro siglato tra i due paesi tre anni fa. Ma alzi la mano chi non ha pensato che, dopo i dossier su nucleare iraniano, Ucraina, Siria e relativo al Califfato, i due interlocutori non abbiano anche trattato, en passant , della delicatissima questione legata alla fornitura militare che, bloccata poche settimane fa dallo stesso Hollande dopo le fortissime pressioni statunitensi, rischia ora di minare la credibilità francese sul mercato internazionale dei produttori di armi.
«Stavo volando sopra Mosca quando ho deciso di fare una sosta qui per discutere con voi le questioni importanti che riguardano la crisi ucraina ed i problemi che sta causando al popolo di Ucraina, all'Ue e alla stessa Russia». Queste le prime parole di Hollande rivolte a Putin e al ministro degli Esteri Lavrov, all'interno della sala-cerimonie dell'aeroporto moscovita di Vnukovo. Al termine delle due ore di incontro Hollande ha sottolineato che è necessario continuare la discussione avviata nel quadro del G20. Sulla risoluzione del conflitto ucraino Putin ha confermato che Russia e Francia sono in favore di un cessate il fuoco immediato per impedire altri spargimenti di sangue. Ma poche ore prima della riunione improvvisata, l'edizione online di Le Figaro aveva anticipato che al centro dell'incontro ci sarebbe stata la consegna delle Mistral, anche se i due si erano visti recentemente (lo sorso 15 novembre) in occasione del G20 di Brisbane. Esattamente dieci giorni dopo quel vertice il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, aveva annunciato lo stop alla consegna della Vladivostok , aggiungendo che la Russia avrebbe avuto il diritto di esigere il pagamento di una penale, come da contratto.
E così se da un lato la posizione ufficiale delle potenze occidentali è quella di proseguire sulla strada delle sanzioni, si registra la foga con cui Hollande ha deciso di sincerarsi personalmente degli affari di casa propria, anche perché la novità degli ultimi giorni si ritrova alla voce gas, altra questione che tocca Parigi in modo niente affatto secondario. Tre giorni fa Putin in persona da Ankara ha chiuso al gasdotto South Stream, viste e considerate le resistenze europee, per dare l'ok al Blue Stream , la variante che passerà sotto il Mar Nero, bypassando l'Ucraina ma con un coinvolgimento più diretto della stessa Turchia. Due tematiche che coinvolgono direttamente il portafogli francese, in un momento caratterizzato dal preciso handicap del governo socialista, già gravato da un rimpasto e dal Fn di Marie Le Pen che ogni giorno aumenta il divario.
Tornando al vertice, secondo fonti diplomatiche, dopo le richieste di cessate il fuoco per quanto riguarda il conflitto ucraino, il presidente russo ha evidenziato che delle fregate
Mistral non si è parlato perché «esiste un contratto, un documento legale e siamo convinti che sarà eseguito. Non ho chiesto niente, il presidente della Francia neanche». Una perfetta excusatio non petita .twitter@FDepalo
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