Hooligan croati ad Atene: fuoco, spranghe e coltelli. Ucciso un tifoso dell'Aek

Nonostante il divieto dell'Uefa, il blitz prima della Champions. Rinvio dopo le violenze

Hooligan croati ad Atene: fuoco, spranghe e coltelli. Ucciso un tifoso dell'Aek
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Gli hooligan croati entrati in Grecia per la gara di Champions League tra Aek e Dinamo Zagabria, una delle organizzazioni più violente d'Europa, dovevano essere fermati alla frontiera con l'Albania. Per questo il ministro dell'Interno Ioannis Oikonomou ha sospeso sette funzionari della polizia ellenica. Il giorno dopo il grave attacco organizzato e coordinato dai Bad Blue Boys, la Grecia piange il 29enne Michalis accoltellato nel quartiere di Nea Philadelphia dai tifosi avversari.

Da tre giorni gli analisti erano a conoscenza che almeno 200 hooligan croati sarebbero arrivati ad Atene armati e pronti a un blitz, per questa ragione hanno informato tutte le forze di polizia. Le questure interessate, però, non hanno impedito ai croati di entrare dal confine di Kakavia da dove sono giunti indisturbati a Nea Philadelphia: lì hanno ucciso a coltellate il 29enne sostenitore dell'Aek. «L'evento è inammissibile ha spiegato il ministro Oikonomou per giustificare i licenziamenti - Chiaramente al di sotto delle comprovate capacità della polizia ellenica, che, sebbene abbia proceduto rapidamente ad arrestare 98 persone, ha fallito nell'area della prevenzione e della dissuasione». L'attacco croato era pianificato da tempo: gli hooligan sono partiti lunedì dalla Croazia percorrendo 1.474 chilometri a bordo di auto e minivan, nonostante il divieto Uefa. Giunti nella capitale ellenica sono stati dapprima individuati dalla sicurezza e posti sotto sorveglianza, ma poi tutte le auto si sono disperse per far perdere le proprie tracce e confluire a bordo della metropolitana nella zona dove è scattato il folle attacco.

Non solo ha perso la vita il 29enne, ma durante i feroci scontri fuori dallo stadio dell'Aek circa 200 tifosi croati si sono presentati armati di spanghe e bastoni colpendo chiunque trovassero a tiro. «Sono venuti qui per massacrare la gente - ha raccontato un testimone, lo scrittore Takis Panagiotakopoulos - Era un piano organizzato che sono riusciti a realizzare sotto il naso delle autorità». A scioccare ancora di più i cittadini, il fatto che sul piazzale antistante lo stadio ci fossero bambini che giocavano, famiglie in coda per entrare nell'impianto, ma anche gente seduta nei caffè: tutti colti di sorpresa dall'ondata di violenza premeditata e ingiustificata durata almeno mezz'ora. «Sono venuti per uccidere e caricare alcuni video su internet, in tutto il mondo», ha aggiunto Panagiotakopoulos.

Un ristoratore ha raccontato che, poco prima dell'attacco, un cliente gli aveva raccontato che sarebbero arrivati in 300. «Effettivamente dopo 10 minuti sono arrivati e hanno iniziato ad appiccare il fuoco, lanciando per aria le sedie e colpendo chiunque». Alla tragedia se ne è aggiunta un'altra, quella della madre della vittima, colpita da un infarto dopo aver appreso dell'accoltellamento. Il bilancio finale della guerriglia è di 8 feriti (3 greci e 5 croati) e 98 arresti, di cui 84 croati, un austriaco, un bosniaco, un albanese, un tedesco e due greci.

Il procuratore della Corte Suprema Georgia Adelini chiede che si indaghi anche su come i croati, pur essendo stati avvistati sulla strada nazionale dalla Polizia ellenistica, siano riusciti a fuggire e a raggiungere il luogo del delitto. Intanto l'Uefa ha deciso di rinviare la gara Aek-Dinamo Zagabria, valida per il 3° turno preliminare di Champions: il 15 agosto si giocherà l'andata, mentre il ritorno il 19.

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