I 100 giorni di Draghi per seguire Pnrr e Def "Io stanco? Per nulla..."

Il premier porta avanti l'agenda su gas e Ue. E giura: "Un mio bis? Sarei durato un giorno"

I 100 giorni di Draghi per seguire Pnrr e Def "Io stanco? Per nulla..."

E no, contrordine: altro che resa, in realtà un Draghi bis è nato, è già al lavoro e si sente pure abbastanza forte, tanto nessuno potrà mai più sfiduciarlo. Durerà cento giorni, governerà senza rete, senza maggioranza, forse senza consenso parlamentare, ma intanto eccolo di nuovo Super Mario alla plancia che diffonde circolari sui non pochi poteri a sua disposizione, spiega ai suoi ministri fino a che punto potranno spingersi, ripassa la sua agenda fitta di vertici internazionali e si accinge a stilare il Def che prepara la Finanziaria. «Mettiamoci subito all'opera, l'Italia non aspetta. E per i saluti c'è tempo».

Mario Draghi quindi non farà la guardia al bidone perché, come ha detto Sergio Mattarella, «l'Italia non può prendersi pause» e i problemi incalzano. Non ci si può ad esempio attardare negli ultimi veleni, nei rancori di mercoledì, anche se al premier la ricostruzione degli eventi fornita da Silvio Berlusconi non è piaciuta per niente. «Non sono stanco e non ho preso la palla al balzo - si è sfogato con i suoi collaboratori - e non è vero che il presidente della Repubblica ce l'abbia con me, anzi ha condiviso ogni mia scelta, passo dopo passo». Tutto il resto per Palazzo Chigi e una «disinformazione» che ha motivi elettorali. Un Draghi bis senza Cinque Stelle «sarebbe durato un giorno», il centrodestra aveva già deciso per la crisi.

E umori simili si registrano sul Colle, che pare non abbia gradito l'esternazione del Cav e il rimpallo di responsabilità sulla caduta dell'esecutivo di unità nazionale. Mattarella è irritato e in silenzio: il Quirinale ha perfino cancellato la tradizionale cerimonia del Ventaglio per lo scambio di auguri estivi con la stampa parlamentare: siamo in campagna elettorale, meglio evitare le domande e non interferire.

Si vota tra due mesi, eppure in queste ore il premier incita la squadra come fossero all'inizio del percorso. «Adesso - ha detto nell'ultimo Consiglio dei ministri - dobbiamo mantenere la stessa determinazione. Nel perimetro che ci è stato assegnato, svolgeremo tutta l'attività possibile per il bene del Paese». Lo spazio fissato dal capo dello Stato è molto ampio. Draghi non scriverà la Finanziaria, però si occuperà del Documento di programmazione economica. Terrà la posizione sull'Ucraina e proseguirà la battaglia in Europa sul tetto al prezzo del gas russo. Fronteggerà il Covid e varerà provvedimenti di sostegno a famiglie e imprese. E soprattutto sorveglierà il Pnrr: la terza rata di aiuti miliardari della Ue è infatti subordinata al raggiungimento di una cinquantina di obbiettivi.

Insomma, non si tratta soltanto di «tenere accesa la macchina dello Stato» ma proprio di provare a governare mentre fuori infuria la campagna elettorale. A breve bisognerà mettere mano al quarto decreto sulle armi a Kiev, intanto c'è il dl Aiuti 2, con un pacchetto di dieci miliardi, previsto in agenda per inizio agosto. Poi il decreto Infrastrutture, la golden power, i decreti attuativi sulla concorrenza che servono per il Recovery e dai quali è stata stralciata la norma sui taxi, che le Camere dovrebbero approvare a giorni. Per non parlare degli impegni nazionali e internazionali: il Meeting di Cl a Rimini il 25 agosto, il Consiglio Europeo di settembre in cui si parlerà di gas, l'assemblea generale dell'Onu, un summit della Ue a Praga.

Come si vede, la lista delle cose da fare è piuttosto lunga e impegnativa. Per questo, e per evitare malintesi e problemi istituzionali, Palazzo Chigi ha emanato una circolare sul significato degli affari correnti e sugli spazi di manovra dei ministeri. La «continuità dell'azione amministrativa» prevede che il governo utilizzi «tutti gli strumenti legislativi» a disposizione ma che non esaminerà nuovi disegni di legge, salvo quelli imposti da obblighi comunitari.

«Qualora ricorrano i presupposti dell'articolo 77 della Costituzione», l'urgenza, si potrà far ricorso ai decreti. Le missioni all'estero dovranno essere autorizzate dal Cdm. Quanto alla raffica di nomine già in cantiere, si procederà soltanto con quelle «non procrastinabili». E via governando.

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