I big della Silicon Valley in fila per "corteggiare" Trump

Da Zuckerberg a Tim Cook, tutti cercano di ingraziarsi la nuova amministrazione

I big della Silicon Valley in fila per "corteggiare" Trump
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Segnali di disgelo tra Donald Trump e Mark Zuckerberg nell'ambito di un progressivo clima di distensione della Silicon Valley nei confronti del presidente eletto. Se in passato il rapporto tra il tycoon e l'amministratore delegato di Meta è stato tempestoso, ora sembrano lontanissimi i tempi in cui nel 2021 venne bandito da Facebook e Instagram dopo l'assalto del 6 gennaio a Capitol Hill (per poi essere riammesso nel 2023).

Tanto che mercoledì sera, Zuckerberg si è recato a cena a Mar-a-Lago, come ha confermato il consigliere di The Donald, Stephen Miller. Già alcuni mesi fa il leader di Big Tech ha pubblicamente elogiato l'allora candidato repubblicano in seguito al tentato assassinio del 13 luglio, quando con il volto insanguinato ha alzato il braccio. «È una delle cose più toste che abbia mai visto in vita mia», ha detto Zuckerberg (pur non dandogli il suo endorsement per le elezioni). Un portavoce di Meta ha spiegato che durante l'incontro nel resort di Palm Beach i due hanno parlato del prossimo governo Usa: «È un momento importante per il futuro dell'innovazione americana. Mark è grato per l'invito ricevuto, per l'opportunità di incontrare i componenti della squadra di Trump e di parlare dell'amministrazione». Miller, da parte sua, ha sottolineato su Fox News che «Zuckerberg è stato molto chiaro nel suo desiderio di essere un sostenitore e un partecipante a questo cambiamento che stiamo vedendo negli Stati Uniti e in tutto il mondo con il movimento di riforma che Donald sta guidando». «Come tanti leader aziendali - ha proseguito - capisce che il presidente è un agente di cambiamento e di prosperità».

D'altronde, il Ceo di Meta non è l'unico Big della Silicon Valley a corteggiare il tycoon. Come ha ricordato il Wall Street Journal, il numero uno di Apple Tim Cook per anni, attraverso cene e riunioni curate nei minimi dettagli, ha sviluppato un rapporto personale con Trump, un tentativo di avvicinamento che ha portato a costruire una relazione concentrata su aree di interesse reciproco, e che ora altri leader della Corporate America stanno mettendo in atto. Anche se collocati su posizioni più democratiche - ha spiegato il Wsj - stanno lavorando per entrare nelle grazie della nuova amministrazione. A Mar-a-Lago è arrivato pure Jim O'Neill, ex collaboratore del miliardario Peter Thiel e ora nominato come vice di Robert F.

Kennedy Jr al dipartimento della Salute. Prima delle elezioni diversi altri hanno chiamato The Donald, incluso Andy Jassy di Amazon, mentre il Cfo di AstraZeneca Aradhana Sarin ha affermato che l'azienda costruirà relazioni con il gabinetto di Trump.

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