Roy De Vita è forse il chirurgo plastico più famoso d'Italia. È conosciuto e apprezzatissimo anche all'estero. Chirurgia estetica e ricostruttiva. È primario all'Istituto tumori Regina Elena di Roma. Sabato ha compiuto 67 anni, da mezzo secolo è in medicina.
Una ragazza è morta per sottoporsi a un'operazione di plastica al naso. Come è possibile?
«C'è un concorso di colpa paziente-chirurgo. Sembra che sia avvenuto in un centro senza permessi. Chi ha fatto l'intervento ha osato. Anche l'approccio della ragazza è stato superficiale. Un intervento chirurgico, anche il più banale, può sempre avere delle complicazioni».
Qual è il rischio?
«Nei centri autorizzati per i piccoli interventi, la rete di protezione per le emergenze è quasi inesistente. Quello è il rischio maggiore».
La ragazza aveva scelto il medico sui social.
«Già. L'unica categoria di medici interessata ai social è quella dei chirurghi estetici. I quali, ahimè, hanno confuso la loro professione con il commercio. Un medico deve essere sempre un medico. La malattia psicologica è molto più difficile da riconoscere. Il chirurgo plastico dovrebbe fare un intervento solo per migliorare l'autostima. Invece c'è la rincorsa all'aspetto commerciale».
L'approccio delle ragazze, coi social, è cambiato?
«Enormemente. La legge è stata modificata molto negli ultimi anni: una volta era proibita qualunque pubblicità sanitaria. Ora non più. Resta però proibito il materiale di carattere promozionale o suggestivo cioè foto e video. L'immagine del prima e dopo l'intervento, per esempio. E invece sui social ce ne sono eccome. È reato».
Lei non li mette mai sul suo sito?
«No. Mai. Perché sono immagini fuorvianti. La paziente che sceglie il chirurgo sui social non è esattamente la paziente che mi piace avere. Medicina e commercio non devono mai essere vicini».
La chirurgia estetica è pericolosa?
«La chirurgia è sempre pericolosa. Ogni 50mila interventi una persona muore. Spesso per problemi di anestesia».
Lei che rapporto ha con la bellezza. Per lei è un fine?
«È un dono per chi la possiede».
Ma la bellezza cos'è?
«È una convenzione. Nient'altro».
La chirurgia estetica è un lusso?
«Sì. è un lusso. Come una luxury car. Se non te la puoi permettere meglio non correre rischi che - come abbiamo visto - possono essere anche fatali».
La chirurgia estetica non porta all'omologazione? Non perdi la tua unicità?
«Assolutamente sì. Dopo certi interventi al viso alcune ragazze sembrano tutte sorelle».
Ha mai detto: no, questo intervento a lei non lo faccio?
«Molte volte».
Cambiamo argomento. Parliamo di politica?
«Parliamone».
Lei è stato contento della vittoria di Trump?
«Enormemente».
Perché?
«Trump ha già fatto quattro anni. Una presidenza straordinaria. L'economia andava bene, non ha tirato nemmeno una bomba. E allora?».
Allora perché fa paura?
«Perché è un uomo ricco e potente, difficilmente contrastabile, che ha idee completamente opposte al pensiero unico».
Pensiero unico che aveva Kamala Harris?
«Io dico che se tu preferisci una persona completamente idiota come Kamala Harris sei in malafede».
Non ha una grande opinione della Harris...
«Quello che penso io lo pensavano tutti fino a cinque minuti prima che fosse nominata candidata».
Non ha paura nemmeno di Musk?
«È un signore molto più ricco di Trump. Sarebbe sopravvissuto molto bene anche con la Harris. Lui ha fatto una scelta di campo, non una scelta di convenienza».
Ci sono quelli che dicono che c'è il rischio del fascismo...
«I fascisti sono quelli che vorrebbero ridurre la libertà».
I diritti civili?
«Io sono per difendere la comunità Lgbt, per le nozze tra omosessuali. A me quel che dà fastidio è il pugile algerino che dice di essere donna e non lo è. E che lede i diritti delle donne. Nel silenzio tombale delle femministe».
Ha mai pensato di fare politica?
«Sinceramente no».
Mi dica una cosa di sinistra.
«Chiudere la medicina intramoenia in tutti gli ospedali che hanno la lista di attesa. Non so se è di sinistra. So che è giusto».
Gestazione per altri reato universale. Giusto così?
«Penso tutto il male possibile della Gpa, è solo business. Esistono agenzie che mettono in contatto chi vuole figli e chi li fa. Si stipulano contratti».
Quando ha deciso di diventare medico estetico?
«Mio padre era primario di otorinolaringoiatria al Santobono di Napoli. Sono nato e cresciuto con il privilegio di essere figlio di un medico famoso. Per non essere tacciato come il figlio di... ho scelto un'altra specializzazione».
Perché la chirurgia plastica?
«A me piaceva l'arte, la musica, scrivevo canzoni. Nella chirurgia plastica, e soprattutto in quella ricostruttiva, c'è molta fantasia».
Oggi può dire: ho fatto nella vita quello che volevo fare?
«Sì. Sono un uomo molto fortunato. Ho fatto quello che volevo fare. Non per vanto sono uno dei chirurghi plastici più famosi al mondo».
Fuori del lavoro è felice della sua vita?
«Moltissimo».
Conta più l'etica o l'estetica
«L'etica».
L'intelligenza o la furbizia?
«L'intelligenza».
È stato mai ostacolato?
«Sì, ho subìto per anni il mobbing. Un mobbing spietato».
Perché?
«Forse ero un po' scomodo».
Qual è la sua dote più importante?
«Sono napoletano e al primo posto metto sempre l'umanità».
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