I dem si mettono subito al servizio di Parigi. Calenda invece si smarca: "L'Eliseo è stonato"

Imbarazzo in Ue per le frasi del leader di Azione, che sta in Renew Europe

I dem si mettono subito al servizio di Parigi. Calenda invece si smarca: "L'Eliseo è stonato"

Il centrosinistra corre a solidarizzare con Emmanuel Macron in relazione alla polemica sulle navi Ong ma con qualche distinguo. Il più schiacciato sulla visione transalpina della vicenda, manco a dirlo, è il Pd, con Lia Quartapelle, responsabile Esteri della segreteria, che arriva ad accusare il nostro governo di danneggiare l'Italia. Giuseppe Provenzano, parte dell'ala più a sinistra della formazione guidata da Enrico Letta, incalza via La Stampa: «Avevamo capito fin da subito in quei giorni, nel porto di Catania, che si stava mettendo in campo un'operazione inutilmente crudele e dannosa che macchiava di infamia il nostro Paese di fronte alla comunità internazionale», dice. L'ex ministro per il Sud, che di Letta è il vice, fa parte di quei parlamentari che hanno scelto di salire a bordo della Humanity1 qualche giorno fa. La linea sulla gestione dei fenomeni migratori dei dem è uguale a se stessa da anni: accoglienza garantita a tutti e condanna ferma verso chi ritiene che il Belpaese non possa ospitare tutti coloro che cercano rifugio sulle nostre coste. Se poi a entrare in gioco è la Francia, il coro scandalizzato diventa anche più acuto. «Compromettere il rapporto con il Paese che negli ultimi mesi più ha fatto asse con noi è grave - tuona la capogruppo al Senato Simona Malpezzi - . La politica estera non si fa sui social, mettendo a rischio gli interessi nazionali». La Malpezzi lo scrive su Twitter, quindi via social.

Comunque le opposizioni non si dimostrano compatte sul punto. Emma Bonino, che certo non si è mai distinta per la linea dura in materia di gestione dei fenomeni migratori, fa una premessa ampia ma rammenta ai francesi qualche episodio. «Il governo Meloni - annota a Repubblica - sta semplicemente continuando la linea di Salvini. Il gioco brutale della politica sulla pelle degli altri, soprattutto dei più fragili, è spudorato, anche dal punto di vista della realpolitik». Poi la bordata alle politiche transalpine: «Chi è senza peccato tra gli Stati della Ue scagli però la prima pietra. La Francia si ricordi di Calais e Ventimiglia dove i militari francesi hanno superato il confine in almeno una occasione per intervenire sul territorio italiano e bloccare i migranti». È una precisione che pesa.

Carlo Calenda, che già in passato ha riservato qualche critica a Emmanuel Macron, è persino più diretto: «La cosa peggiore che potrebbe fare oggi l'opposizione, è salutare con entusiasmo il gesto sbagliato della Francia per indebolire Meloni. Da ogni punto di vista l'escalation dell'Eliseo appare stonata e esagerata. Esistono ragioni dell'Italia che prescindono dagli schieramenti».

Una presa di posizione forte che, da quel che ci risulta, ha provocato pure qualche imbarazzo in Europa, specie per via dell'appartenenza di Azione al gruppo europeo di Renew Europe, che è lo stesso del presidente francese. Per farla breve: Calenda, neo-macroniano, contro Macron. Mentre nella minoranza, come succede sin da principio da legislatura, prosegue il tutto contro tutti, anche sulle Ong.

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