I dubbi sui profughi che lasciano le donne: "Come mai le abbandonano in guerra?"

Scontro in tv. E il sacerdote pro migranti non spiega questa incongruenza

I dubbi sui profughi che lasciano le donne: "Come mai le abbandonano in guerra?"

Roma - Il viaggio delle donne migranti verso l'Occidente è un fiume parallelo, il lato meno illuminato dello spostamento delle masse dal Nordafrica e dal Medio Oriente verso l'Europa. Ed è anche uno dei terreni su cui esplodono le più grandi contraddizioni di chi insegue una lettura ideologica delle migrazioni. Alla trasmissione di La7 L'Aria che tira ci ha pensato proprio una donna a farle emergere. Susanna Ceccardi, sindaco leghista di Cascina (Pisa) ha colto in contropiede don Biancalani, il prete finito al centro delle polemiche per il «bagno antirazzista» in piscina con i migranti di cui si circonda e che lo attorniavano, silenti, nel collegamento con la trasmissione: tutti giovani, tutti maschi. «Vorrei sapere da loro dove hanno lasciato le madri, le sorelle, le fidanzate, le mogli -ha incalzato la prima cittadina- Perché sono venuti qui da soli? Se vengono da Paesi di guerra, le hanno lasciate là?». Una domanda fintamente ingenua, cui il sacerdote ha replicato con fastidio, cadendo nella provocazione: «Ne parte uno solo per famiglia, il viaggio per una donna è troppo pericoloso». Un risposta che mette a nudo uno degli artifici retorici usati da chi crede in un'accoglienza incondizionata che, come si è visto, si è rivelata un'utopia dannosa, un boomerang per i migranti stessi.

Indottrinati dalle associazioni che gestiscono l'accoglienza in Italia, molti migranti si presentano alle commissioni che decidono sul diritto all'asilo raccontando storie di persecuzione politica e di guerra. E l'asilo viene rifiutato sempre più spesso perché, come ha messo in evidenza l'affondo di Susanna Ceccardi, se si trattasse di gente in fuga dalla guerra, sarebbe insensato che a essere lasciate indietro fossero le donne, significherebbe che restare è comunque meno pericoloso che partire, stando alla logica sposata dallo stesso don Biancalani. Ma chi, come lui, predica l'accoglienza senza il discernimento raccomandato dal Papa stesso, tende a confondere migranti economici e profughi. Ma costruire l'accoglienza su una menzogna è insensato.

E il sacerdote sbaglia anche a tentare di ridicolizzare la domanda del sindaco Ceccardi. La condizione della donna nelle migrazioni sarebbe invece da approfondire se si vuol davvero capire il fenomeno. Le statistiche dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni riflettono la contraddizione sollevata da Ceccardi: nonostante un aumento negli ultimi mesi, le donne che approdano in Europa sono solo il 32% del totale dei migranti e in Italia la percentuale scende al 17%, a ulteriore dimostrazione che il flusso verso l'Italia è composto soprattutto da migranti economici. Che si può scegliere di accogliere, ma non come profughi delle guerre. Ed è vero che le famiglie investono su una sola persona da mandare a lavorare in Europa e scelgono il figlio maschio, ma questo riflette anche le discriminazioni a cui le donne sono sottoposte nei Paesi di partenza.

Secondo un sondaggio dell'Oim, l'82% delle donne che viene in Italia parte perché altri hanno deciso per lei. E quattro su dieci scappano da discriminazioni e violenze in famiglia. Don Biancalani farebbe meglio a parlare di questi temi con i suoi ospiti, tra un bagno e l'altro.

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