I due volti della paladina dell'antimafia "Siate dei modelli contro la criminalità"

Durante la pandemia era stata nominata Cavaliere della Repubblica. Il gip: "Ha cavalcato l'onda del suo personaggio"

I due volti della paladina dell'antimafia "Siate dei modelli contro la criminalità"

Palermo. Dott. Jekyll quando era in pubblico, Mister Hyde dentro le quattro mura del suo ufficio: la preside antimafia Daniela Lo Verde della «scuola di frontiera» Giovanni Falcone del quartiere Zen di Palermo, era riuscita a crearsi un'immagine di paladina dei diritti. Ma oggi ha mostrato il suo vero volto. O meglio, a far cadere il velo, parecchio spesso - di una solo parvente correttezza e volontà di fare attecchire la giustizia - sono stati i carabinieri di Palermo, coordinati dai procuratori europei delegati Calogero Ferrara e Amelia Luise dell'European Public Prosecutor's Office di Palermo. In pubblico dichiarava che bisogna «essere dei modelli» per gli alunni, specie in un contesto assai delicato come quello dello Zen, ma lei era il cattivo esempio da non seguire, visto che non ha avuto remore, con tutti i fondi europei reperiti per progetti spesso mai attivati se non sulla carta, a sfruttare la scuola per il suo interesse personale: impinguare la propria dispensa con le derrate alimentari destinate alla mensa scolastica e appropriarsi di pc, tablet e iphone di ultimissima generazione.

Le campagne per le quali spendersi in un quartiere difficile come lo Zen non mancavano di certo alla Lo Verde, che «per essersi distinta nel servizio alla comunità durante l'emergenza coronavirus» nel 2020 è stata nominata Cavaliere al merito della Repubblica Italiana dal presidente Mattarella. Aveva «lanciato una campagna di raccolta fondi per regalare la spesa alimentare ad alcune famiglie in difficoltà», ma senza nessun pudore, quando le derrate alimentari le piacevano, se ne appropriava lei. E non solo di quelle. Le immagini delle telecamere nascoste la immortalano mentre fa incetta di disinfettanti e mascherine destinate dal ministero agli alunni. A cadenza quasi annuale, poi, la scuola era presa di mira dai vandali che imbrattavano, danneggiavano l'istituto, come quando, nel 2017, fu divelta la testa del busto del giudice Giovanni Falcone, e rubavano pc e tablet. E agli appelli della preside per recuperare la refurtiva seguivano aiuti economici. Senza sapere, ovviamente, che anche lei si è comportata proprio come quei ladri. Lo Verde sulle disgrazie che affliggono il quartiere Zen ci ha marciato eccome. Lo sottolinea anche il gip, che mette in evidenza il gran da fare della preside per «cavalcare l'onda, pubblicizzare ancora di più il suo personaggio di preside integerrima in prima linea». Nell'agosto del 2022 per l'ennesima volta furono rubati computer dall'aula magna. Un episodio che lei denunciò sui media, rivendicando il merito di aver reso pubblica la notizia. «Grazie tu devi dire.. perché non l'aveva saputo nessuno.... tu lo devi dire che .. che sono io quella speciale!», diceva a proposito della diffusione della notizia. Il sindaco di Palermo, attraverso la Fondazione Sicilia, dopo i fatti assegnò all'istituto un contributo di circa tremila euro per riacquistarli.

La sua vera natura di Mister Hyde la conosce la docente che ha deciso di denunciare non uniformandosi alla gestione Lo Verde, che vede invece con le mani sporche di marmellata il vice preside Daniele Agosta.

Secondo il gip che ha disposto i domiciliari per la preside, era una «realtà torbida e una gestione se non altro dispotica della cosa pubblica da parte della preside, incontrastabile - salvo il pericolo di ritorsioni - e avvezza alla violazione delle regole di qualsiasi natura, da quelle relative all'emergenza sanitaria a quelle di gestione dei progetti finanziati dall'Unione Europea».

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