I governatori irritati dalle giravolte continue. Frenata sulle aperture

Il più duro contro Conte è Toti: "Surreale". Zaia chiede pazienza: "Apnea fino ad aprile"

I governatori irritati dalle giravolte continue. Frenata sulle aperture

Il governo imbocca la strada tedesca per contenere l'avanzata del virus nel periodo di Natale. Il Comitato tecnico scientifico mette nero su bianco il rischio di una risalita del numero dei positivi. Conte e i ministri cambiano linea e preparano l'inasprimento delle restrizioni: si va verso un'unica zona rossa fino al 7 gennaio. Tra domani e giovedì la decisione. Ma il modello tedesco, un lockdown nazionale, spacca l'esecutivo e riapre lo scontro con le Regioni. Il premier, che fino a oggi ha appoggiato la linea morbida, cede al fronte dei rigoristi, allineandosi ai diktat dei ministri della Salute, Roberto Speranza, e degli Affari regionali, Francesco Boccia, sostenuti dal Pd, cui ora si accoda anche il grillino Luigi Di Maio.

A Palazzo Chigi è una giornata di vertici e colloqui. Due i dossier sul tavolo di Conte: il rimpasto e le restrizioni per il Natale. La riunione del premier con i capi delegazione di maggioranza si chiude senza un accordo. Tutto rinviato a giovedì mattina quando il ministro Boccia incontrerà le Regioni. Resta da sciogliere il nodo sui ristoranti, ma l'orientamento è di confermare lo stop, anche se su un'unica zona rossa nazionale ci sarebbero perplessità anche da parte del premier. La pattuglia di Iv punta i piedi contro le restrizioni. Le due ministre, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, mettono agli atti la richiesta di aumentare i fondi e allargare la platea dei ristori in caso di lockdown natalizio. «Ulteriori restrizioni - insorge il ministro Bellanova durante il vertice con Conte - devono già prevedere adeguati ristori pari al 100 per cento delle perdite, soprattutto se dovessero coinvolgere anche i ristoranti, eventualità su cui resto enormemente scettica. Prima di assumere decisioni, chiedo al Cts di fornire le indicazioni di merito necessarie».

A fine giornata il fronte della linea dura incassa la vittoria. «La mia opinione è chiara: queste misure ci possono aiutare nelle settimane di Natale a evitare che arrivi una terza ondata e una recrudescenza. Stiamo ragionando sulle 2 settimane delle vacanze, quello è il periodo più complicato», commenta Speranza al Tg3. «Ascolteremo con grande attenzione i nostri scienziati - continua - e l'auspicio è che nel giro di poco tempo si possano assumere ulteriori misure». Boccia sulla stessa linea: «La decisione non è stata ancora assunta ma, per le festività natalizie, occorrerà chiudere di più per evitare gli assembramenti familiari».

Le misure draconiane del governo Conte sollevano critiche tra i governatori che però si dividono in modo trasversale. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti si ribella: «I dati confermano la Liguria una Regione decisamente in fascia gialla, ragione per cui in questo momento mi risultano particolarmente preoccupanti le voci di possibili scelte di divieti omogenei nelle giornate di Natale».

Di parere opposto il collega Vincenzo De Luca, governatore della Campania: «Se ci rilassiamo in questi giorni avremo un inizio 2021 terribile» ma a sinistra anche Eugenio Giani è scettico sulla stretta: «In Toscana i dati sono da zona gialla». Ma anche Luca Zaia è prudente: «Gli assembramenti spettacolo indecente. Bisogna restare in apnea fino ad aprile, sennò affoghiamo».

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