I grillini aboliscono la proprietà privata "No allo sfratto per chi non paga"

Il blitz 5s con un emendamento al dl Ristori per tutelare gli inquilini morosi. Migliaia di piccoli proprietari allo stremo. Lega e Fi fanno muro, ma anche il Pd frena: "Trovare altre soluzioni"

I grillini aboliscono la proprietà privata "No allo sfratto per chi non paga"

Blitz dei grillini al Senato contro la proprietà privata. Migliaia di italiani alle prese con inquilini che non pagano più, già stremati da quasi un anno di blocco degli sfratti, lo temevano ed eccolo arrivato: l'emendamento salva-furbetti dell'affitto. A firmarlo un gruppo di senatori M5s, in prima linea Emanuele Dessì (nella foto), fattosi conoscere (unicamente) per la casa popolare che occupava a Frascati al canone di 7 euro al mese. Uno che di vivere a spese altrui, quindi, se ne intende. Ma lo stesso principio chavista è condiviso dagli altri miracolati 5s. Decine di migliaia di piccoli proprietari (tra cui pensionati con la minima, famiglie in difficoltà economica, persone che hanno acceso un mutuo da finanziare con l'affitto e ora sono nei guai) sono stati messi in ginocchio dalla norma che a marzo ha bloccato le esecuzioni degli sfratti, quindi la possibilità di tornare in possesso di casa propria dopo che il giudice ha già convalidato lo sfratto perché l'inquilino non paga l'affitto.

Una norma fatta male (e di dubbia costituzionalità), senza distinguere tra inquilini che magari hanno perso il lavoro per causa della pandemia, dai morosi per professione, da quelli che hanno approfittato dello scudo governativo per non pagare più e farsi beffe dei loro proprietari, o da chi già aveva smesso di pagare prima dell'emergenza Covid. Senza distinguere, inoltre, tra affitti commerciali, magari con dentro artigiani o professionisti costretti a tenere chiuso dai Dpcm e quindi realmente in difficoltà, e affitti invece residenziali. Insomma una legge populista e iniqua, il cui effetto è stato quello di scaricare su una categoria di cittadini (i piccoli proprietari) i problemi di un'altra (gli inquilini), senza prevedere alcun ristoro e senza neppure togliere un centesimo di tasse sulla casa ai proprietari. Cornuti e mazziati.

Prima il termine del blocco sfratti è stato fissato a giugno, poi prorogato fino a settembre, infine addirittura al 31 dicembre, grazie ad un emendamento di Leu, ispirato dai movimenti di estrema sinistra come i «compagni» dell'Unione Inquilini, che lotta per «l'abolizione del libero mercato». Mentre il grido di dolore di migliaia di piccoli proprietari esplodeva in Rete (c'è una petizione su Change.org con centinaia di firme) e nelle richieste di aiuto alle associazioni di categoria (in prima linea Confedilizia), cresceva il timore di una nuova proroga. Timore che è stato puntualmente concretizzato dai grillini, i quali sostengono, annunciando l'emendamento al dl Ristori per la proroga del salva-morosi al 31 marzo 2021, che bisogna tutelare «le fasce più deboli». Ignorando che, tra le due parti, quella debole sono proprio i proprietari. L'opposizione, Forza Italia e la Lega, si è fatta sentire. In prima linea c'è il deputato leghista Matteo Bianchi che ha presentato un'interpellanza urgente al governo chiedendo di sbloccare le esecuzioni degli sfratti. Anche Salvini sta seguendo attentamente la vicenda. Per gli azzurri sta lottando la deputata Erica Mazzetti («Quella del M5s la classica guerra ai proprietari condita di invidia e rabbia»). Ora, la speranza è che il salva-furbetti dell'affitto resti solo uno dei tanti emendamenti che verranno bocciati. Gli occhi sono puntati soprattutto sul Pd, su posizioni diverse dai grillini. «Siamo consapevoli che il blocco degli sfratti pesi troppo sui proprietari, bisogna trovare altre strade, dal sostegno agli affitti agli incentivi fiscali per chi ricontratta i canoni» spiega Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori Pd.

Anche Stefano Fassina, Leu, ragiona di soluzioni non scaricabarile («finanziare il fondo affitti e il fondo morosità incolpevole»). La speranza di decine di migliaia di proprietari, calpestati già da nove mesi, è che gli alleati del M5s stavolta non ne assecondino la demagogia elettorale (sulla pelle altrui).

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