I grillini mettono nel mirino le concessioni televisive

Il pentastellato Buffagni: "Verificare le regole per la tv. Chi non ha avuto favori può stare tranquillo"

I grillini mettono nel mirino le concessioni televisive

Il tema della revoca delle concessioni è sempre più centrale nell'agenda politica del governo. Una rivisitazione del rapporto tra pubblico e privato è di fatto stata annunciata già dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti: "Quanto prende lo Stato dall'acqua minerale che compriamo 2 euro a bottiglia? Quanto dal metano sotto terra o dalle concessioni televisive? Quanto dall'etere in cui viaggia il segnale dei telefonini? Io credo che lo Stato debba fare periodiche valutazioni. E poi, scegliere per il meglio". Ma lo stesso Giorgetti, va sottolineato, solleva dubbi sulle nazionalizzazioni che stanno tanto a cuore ai grillini.

Ma è proprio dai pentastellati che arriva un altro affondo sulla vicenda delle concessioni e questa volta le parole sono di Stefano Buffagni sul Messaggero: "Sono d'accordo con Giorgetti. Aggiungo le concessioni ferroviarie e radiofoniche, dell'acqua minerale, delle tlc e delle tv, le derivazioni idroelettriche. Se qualcuno in passato ha fatto favori a queste aziende concessionarie - sottolinea l'esponente dei 5 Stelle - è arrivato il momento di fare ordine. Questa è roba di tutti su cui c'è chi ci fa il business con ricavi spropositati. Il privato è sempre benvenuto, ma noi dobbiamo difendere gli interessi del pubblico". Inevitabile, quando si parla di concessioni televisive pensare a Mediaset e Buffagni su questo punto chiarisce subito: "Noi non facciamo la guerra a nessuno. E non abbiamo pregiudizi", per cui "chi non ha ricevuto trattamenti di favore può dormire tranquillo. Se la concessione è stata fatta bene, se non ha ricevuto favori, non ha nulla da temere.

Ad esempio - prosegue il sottosegretario - sono contento del percorso che Mediaset sta facendo su Ei Towers: escono dalla gestione delle infrastrutture delle reti. Un segnale positivo". Insomma il governo per il momento si limita alle parole. Ma di certo il tema sulle concessioni, dopo il crollo di Genova, diventerà sempre più caldo.

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