I grillini ora guardano a Grasso. Ma fino a ieri lo insultavano

Pietro Grasso sembra il frutto proibito del M5s

I grillini ora guardano a Grasso. Ma fino a ieri lo insultavano

Pietro Grasso sembra il frutto proibito del M5s. Tra le fila pentastellate serpeggia una sorta di amore sfocato, una liasion da tenere lontana dai riflettori mediatici, da lasciare in cantina e da mettere sul tavolo per le migliori occasioni. Ossia il giorno dopo le elezioni. Infatti, secondo quanto riporta La Stampa, il nuovo leader della sinistra sarebbe il partner ideale per tentare una convergenza programmatica (il termine "alleanza" è naturalmente bandito dal vocabolario pentastellato) e per raggiungere un'eventuale maggioranza in Transatlantico.

Eppure, non è che il M5s abbia sempre usato parole dolci nei confronti del presidente del Senato, anzi. Nel giorno della sua elezione ci fu una minoranza pentastellata che gli concesse il suo voto e subito partì una sorta di caccia al dissidente grillino. "'Come cittadina e come portavoce del Movimento 5 Stelle mi piacerebbe che i miei colleghi senatori che hanno votato Grasso dichiarassero in trasparenza il loro voto e le loro motivazioni per permettere a tutti di giudicare il loro operato con serenita'', affermava Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle.

Quando ha lasciato il Pd, c'è stato poi chi ha puntato il dito contro di lui. L'accusa? Di averlo fatto in ritardo. "Doveva farlo prima e così avrebbe evitato di mettere il suo nome tra i responsabili dell'approvazione del Rosatellum", tuonava il senatore Vito Crimi.

Nell'aula del Senato le liti per questioni procedurali non sono poi mancate. Un esempio su tutti? Sui vaccini, il 20 giugno scorso, il capogruppo M5S al Senato Carlo Martelli accusava Grasso di avere "palesemente violato il Regolamento del Senato. Questa votazione è un abuso vero e proprio, un atto di prepotenza dinanzi al quale non possiamo rimanere in silenzio". Oppure nel luglio del 2013 quando venne attaccato dal M5s alla Camera per aver difeso Mattarella spiegando che in Aula non si può citare il nome dell'inquilino del Quirinale.

Ancora più pesante fu l'accusa dell'ottobre 2015 fatta da Gianluca Castaldi, presidente dei senatori M5S in merito al ddl Boschi: "Lei ha detto che non voleva essere il boia della Costituzione, in effetti gli assassini sono stati il Pd e il governo, lei però si è prestato a farne l'aiutante. Sicché oggi la Costituzione è morta e sepolta insieme ai suoi valori fondamentali per colpa vostra".

Tornando alle cronache recenti, Giancarlo Cancelleri nel giugno di quest'anno non ha usato mezzi termini per apostrofare Piero Grasso e l'ipotesi - poi scongiurata - di candidatura alla presidenza della Regione siciliana: "Non mi pare che sia un candidato di assoluta novità, è la solita scelta di ripiego del Pd nei confronti di una persona che ha una storia riconoscibile, un volto dell'antimafia, un copione visto e rivisto, cotto e ricotto".

Nell'ottobre di quest'anno Crimi in Aula ha chiesto a Grasso di "fermare gli abusi in Parlamento" e lo aveva invitato "a non rendersi complice" e dai banchi pentastellati sono piovuti insulti al grido di "Codardo", "dimettiti". Insomma, non sembra proprio un amore viscerale. E se a ciò si aggiungono i rumors politci secondo cui dietro Grasso si nasconde D'Alema, il paradosso grillino raggiunge vette altissime.

Nel pomeriggio Luigi Di Maio si è affrettato a precisare: "Il MoVimento 5 Stelle non fa alleanze con nessuno e non sta pensando a chi aprire o con chi fare intese. Il nostro obbiettivo è avere i numeri per formare il nostro governo. Se il giorno dopo le elezioni i numeri non saranno sufficienti, allora ci rivolgeremo a tutte le forze politiche (in piena trasparenza) seguendo le prassi costituzionali.

Avremo un programma articolato per punti e chi ci darà la fiducia farà partire il governo che cambierà il Paese e assicurerà una migliore qualità di vita agli italiani per proiettarci finalmente nel futuro". In sostanza, non esclude l'ipotesi Grasso ma prima vuole vedere le carte sul tavolo, cioè i voti.

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