
«Avrò un incontro con la premier italiana Meloni. Se incontrerò anche altri leader? È possibile». Donald Trump, mentre lascia la Casa Bianca in elicottero per raggiungere la base di Andrews, da dove è in partenza alla volta di Roma per partecipare all'ultimo omaggio al Santo Padre, annuncia di avere in programma un colloquio con Giorgia Meloni.
Una rivelazione che scompagina l'agenda ufficiale e alimenta l'attesa per gli incontri che il presidente degli Stati Uniti avrà a Roma. Il programma in teoria non prevede bilaterali con i leader, ma l'annuncio di Trump riapre la partita del dialogo e serve a ribadire la stima che The Donald nutre nei confronti del presidente del Consiglio italiano. Una sorta di rinnovato endorsement dopo le parole al miele che le ha dedicato a Washington. Per Trump è Giorgia Meloni l'interlocutore degli Usa con l'Europa ed è su di lei che ricade l'onore e l'onere della mediazione con gli alleati continentali.
Palazzo Chigi evita di confermare l'incontro, ribadisce che al momento non è fissato nulla, vuole che il focus della giornata sia concentrato sull'ultimo saluto a Papa Francesco. Ma è chiaro che la diplomazia ha le sue esigenze e anche se i tempi sono molto stretti, una finestra di due ore dopo la celebrazione delle esequie e prima del ritorno di Trump negli Stati Uniti ci sarebbe. Certo gli spazi di manovra sono ridotti nonostante il «vorrei incontrare tutti i leader» scandito dal tycoon prima di partire per la sua visita lampo, ma la volontà di sfruttare il rendez-vouz romano c'è. Realisticamente potrebbero andare in scena faccia a faccia molto brevi più che veri e propri confronti politici (ieri la premier italiana ha incontrato Viktor Orban e Keir Starmer). Ma le voci si rincorrono e tra queste circola l'ipotesi di un incontro con Meloni, Trump e Zelensky da Sergio Mattarella, possibilità quantomai improbabile anche perché la presenza del presidente ucraino è in forse per via di riunioni militari che richiedono la sua presenza. «Non è previsto alcun incontro con nessun leader», comunicava ieri la portavoce della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Chi non fa mistero della necessità di mantenere un basso profilo è Antonio Tajani.
«Non mi pare sia questa la giornata per fare incontri politici, per parlare di dazi o di altre cose. Sarebbe un mancare di rispetto al Santo Padre. Credo sia giusto partecipare alle esequie senza preoccuparsi di altre cose. Ci sarà tempo per fare altri incontri».
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