
Dice Andrea Delmastro Delle Vedove: «Dal palazzo di giustizia di Roma sono usciti dei documenti classificati e riservati dei servizi segreti. In quel medesimo palazzo si è inventato che invece i miei documenti, che non erano classificati né riservati, fossero segreti. Siamo davanti a un corto circuito logico e giuridico».
Sono passate ventiquattr'ore dalla sentenza del tribunale di Roma che, ribaltando la richiesta di assoluzione della Procura, ha condannato il sottosegretario alla Giustizia a otto mesi di carcere per avere reso noti al collega di partito Giovanni Donzelli i rapporti sulle visite degli esponenti del Pd all'anarco-terrorista Alfredo Cospito. E Delmastro non riesce a evitare il parallelo tra quanto viene contestato a lui e il caso che ha investito il procuratore di Roma Francesco Lo Voi, che ha reso pubblici documenti della nostra intelligence. Ma non è l'unico aspetto che fa indignare il sottosegretario.
L'Associazione nazionale magistrati dice che il suo processo è la prova provata che la separazione delle carriere non serve: la Procura voleva l'assoluzione, e i giudici l'hanno condannata.
«No, il mio processo è la prova provata che serve il sorteggio del Csm per eradicare la deriva correntizia che in questi anni ha creato incrostazioni di potere all'interno della magistratura. Sono i giudici di Magistratura democratica messi lì da loro appositamente, mi hanno pure cambiato apposta il collegio giudicante. Sono quelli che dirigono la magistratura, che stanno al Csm, ovvero le correnti».
Era convinto di venire assolto?
«La Procura aveva chiesto l'archiviazione dell'inchiesta, in aula un pm solido come Paolo Ielo aveva chiesto la mia assoluzione. Ma per i giudici sono colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio. Qualcuno mi spieghi come è possibile. Abbiamo portato in aula l'estensore della circolare sulla limitata divulgazione degli atti del Dap, abbiamo scoperto che era solo un ordine di servizio destinato al personale. Lo stesso estensore ha spiegato che quell'ordine di servizio non c'entra nulla con la segretezza o riservatezza degli atti, e che non era rivolta all'autorità politica. Ma con questi giudici per Delmastro non basta più neanche l'interpretazione autentica fornita da chi ha scritto quell'atto. Evidentemente il problema vero è cosa hanno disvelato quegli atti».
Ovvero?
«Gli accertamenti su Cospito hanno disvelato un tentativo pazzesco di saldatura tra il terrorismo e la criminalità organizzata per fare saltare il carcere duro, uno strumento fondamentale che noi difenderemo sempre, e contemporaneamente hanno disvelato un contegno di alcuni deputati del Pd, quello di andare in carcere a visitare questa persona. Uno contegno legittimo ma che non è il mio».
Perché i giudici ce l'avrebbero su con lei?
«Bisognerebbe chiederlo ad altri. Nella denegata ipotesi che fosse un tentativo di fermare le riforme hanno sbagliato indirizzo. E se invece fosse vero quello che dice il capogruppo di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami, che per certi magistrati chi tocca il Pd va punito, hanno nuovamente sbagliato indirizzo. Gli italiani, dai cui messaggi di solidarietà sono sommerso, l'hanno capito. Avrei la gioia di fare vedere che tipo di messaggi ricevo da giovedì pomeriggio. Non so che tipo di messaggi abbiano ricevuto i giudici che mi hanno condannato».
La premier Meloni ha detto che lei resta al suo posto. Era preoccupato del contrario?
«Quando uno fa il suo dovere non si preoccupa. Sono confortato dalle parole del presidente e dalla compattezza del centrodestra, che da questa vicenda esce ancor più determinato sulla riforma della giustizia. Lasceremo ai nostri figli una giustizia diversa».
Il 25 si vota la sfiducia al ministro Daniela Santanchè.
«C'è sempre il tentativo della
scorciatoia giudiziaria da parte della sinistra, non so a quante richieste di dimissioni sono arrivati. Agli italiani interessa altro: il lavoro, la salute, le periferie. Questi le periferie le hanno viste solo nei telefilm».
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