Dopo il giovedì della sorpresa e il venerdì delle lacrime è stato il sabato della paura nella provincia di Ancona che non trova pace. Il maltempo è tornato a visitare la provincia marchigiana, mentre ancora soccorritori e volontari lavoravano senza posa per liberare le case, le cantine, le strade dal fango che le aveva imprigionate.
Vento e pioggia hanno sferzato l'area senza pietà. Certo non il fortunale di giovedì, che in poche ore ha rovesciato su Ostra, su Senigallia, su Trecastelli, su Barbara, la quantità di acqua che cade normalmente in quattro mesi, ma abbastanza da ostacolare e in qualche caso fermare l'opera di soccorso e da spingere tutti a guardare con timore il livello dei fiumi per la paura che possano esondare di nuovo. Osservato speciale in particolare il Misa, che giovedì sera aveva invaso con le sue acque le strade di Senigallia. Il comune ha ieri emanato un allerta per tutta la popolazione che trova eco in quello della Protezione, che ha invitato la popolazione a «evitare spostamenti e uscire solo per effettive necessità. In caso di allagamenti si invita la popolazione a salire ai piani superiori delle abitazioni».
I soccorsi sono comunque andati avanti, pur tra mille difficoltà. «La situazione degli sfollati è in continuo divenire - dice il direttore della Caritas Caritas italiana, don Marco Pagniello -. Ci sono piccoli e medi centri non raggiungibili a causa della viabilità compromessa. L'acqua potabile scarseggia o manca del tutto in alcune zone, nelle case e anche negli ospedali». La Caritas sta in queste ore predisponendo una mappatura dei bisogni e delle priorità «soprattutto per i paesi più isolati. Si tratta di accompagnare le famiglie e di fare in modo che nessuno sia escluso dagli aiuti». Aiuti che arrivano anche dalla Protezione civile: firmata ieri da Fabrizio Curcio l'ordinanza che fissa i contributi per l'autonoma sistemazione delle famiglie temporaneamente senza casa: chi non verrà ospitato negli alloggi gratuiti messi a disposizione dalle amministrazioni locali, potrà godere di un contributo mensile da 400 euro (per un solo componente) a 900 (per i nuclei con cinque o più membri) che sarà aumentato di 200 in caso di persone di età superiore ai 65 anni o disabili). Da oggi, quando il maltempo dovrebbe finalmente lasciare in pace le Marche, inizierà la conta dei danni alle abitazioni, alle tante piccole e medie imprese che rappresentano il polmone economico del territorio e al patrimonio artistico.
Ieri è stato anche un altro giorno di ricerche dei dispersi. Nella tarda mattinata è stato trovato l'undicesimo corpo, ritrovato nella zona di Serra de' Conti. Si tratta di un uomo di 47 anni, Michele Bompezzi, fratello di Andrea, ex sindaco di Arcevia. Era alla guida della sua Opera Corsa che è stata travolta da acqua e fango, e successivamente ripescata vuota nel fiume Misa. Si aggiunge ai dieci morti identificati venerdì, l'ultimo dei quali, in serata, era stato un anziano di 80 anni ripescato nel fiume Esino nella frazione Angeli di Rosora, impigliato in uno sperone di un ponte e visto da un passante che ha avvertito le forze dell'ordine. Mancano ancora all'appello in due: Brunella Chiù, 56 anni, trascinata dalle acque mentre a Barbara cercava a bordo di un'auto di mettersi al riparo assieme al figlio e alla figlia: quest'ultima, Noemi Bartolucci, 17 anni, è morta e il cadavere è stato riconosciuto dal fratello di 23 anni. E poi Mattia, un bambino di 8 anni strappato dalle braccia della madre mentre questa stava cercando di portarlo in salvo dopo aver dovuto abbandonare l'auto a Castelleone di Suasa. Su tutti i cadaveri non sarà comunque effettuata un'autopsia ma ci si limiterà a una ispezione esterna; lo ha disposto la Procura di Ancona. Intanto il fascicolo aperto rimane per omicidio colposo plurimo e inondazione colposa, ancora a carico di ignoti. Al procuratore aggiunto Valentina D'Agostino è stata affiancata per coordinare le indagine del Nucleo Investigativo dei carabinieri anche la pm Valeria Cigliola.
Ieri i Carabinieri si sono recati negli uffici della Protezione Civile e in altri della Regione Marche per acquisire documenti che saranno utili alle indagini sull'alluvione. Si tratta di una prassi quando si deve valutare la correttezza dell'operato da parte delle autorità. Al momento non sembrano esserci i presupposti per sequestri.
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