Nel giorno del Ricordo non mancano i negazionisti, come l'Associazione nazionale partigiani di Brescia che rilancia: «Basovizza non è tecnicamente una foiba, ma un pozzo minerario abbandonato. Non ci sono prove documentarie certe che vi siano avvenute esecuzioni o vi siano state sepolte vittime delle epurazioni». Il passaggio è tratto dal libro di Eric Gobetti sulle foibe, che si definisce storico e ama farsi fotografare vestito da titino con il pugno chiuso. Il presidente dell'Anpi di Valenza, In Piemonte, Giovanni Bosco, come l'ultimo di Mohicani, si è scagliato contro l'intitolazione a di un parco a Norma Cossetto, martire istriana proposta da Fratelli d'Italia. In tutto il Paese vengono dedicate vie alla vittima delle bande di Tito e oggi si voterà al consiglio comunale di Verona per concederle la cittadinanza onoraria. Anche a Parma si registrano proteste per il patrocinio del Comune ad un webinar con Gobetti che ieri ha attaccato il giorno del Ricordo stigmatizzando, secondo lui, «l'oblio sui crimini fascisti e nazisti (che) denota mancanza di pietà verso le vittime slave, ed è moralmente inaccettabile».
Peccato che lo «storico» dimentichi il quarto di milione di prigionieri di guerra slavi e civili massacrato da Tito a guerra finita perché «nemici del popolo». Nel frattempo la Lega con l'europarlamentare Susanna Ceccardi ha presentato«una proposta di risoluzione affinché anche l'Europa riconosca e celebri il 10 Febbraio come Giorno del Ricordo».
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