«Non lo abbiamo nemmeno sfiorato. Quando hanno ammazzato Willy eravamo già andati via. Siamo dispiaciuti e distrutti perché accusati di un omicidio che non abbiamo commesso». Negano tutto i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, 25 e 24 anni, accusati di omicidio preterintenzionale assieme a Francesco Belleggia, 23 anni, e Mario Pincarelli, «Pellico», 22 anni.
«Ci hanno chiamato per una lite fra due gruppi a Colleferro. Dovevamo dividerli. Chi l'ha colpito? Non l'abbiamo visto. Quando Willy è caduto a terra eravamo già andati via». «Sono stati i fratelli Bianchi e Pincarelli a gonfiarlo di botte, io non c'entro niente» ribatte Belleggia. Si accusano a vicenda i quattro della banda di Artena arrestati domenica per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte, 21 anni, ucciso per aver difeso un amico.
Respingono le accuse durante l'interrogatorio di garanzia in carcere davanti al gip di Velletri Giuseppe Boccarato. «Non l'hanno nemmeno toccato», afferma il legale dei Bianchi e di Pincarelli, l'avvocato Massimiliano Pica. Secondo i Bianchi inizia tutto davanti a un boccale di birra nella pizzeria «Due di Picche» in largo santa Caterina. I Bianchi sono con il quinto indagato, Vittorio Edoardo Tondinelli, 26 anni di Velletri, e altri due ragazzi. A un certo punto Marco e Gabriele se ne vanno. «Avevano da fare» spiega l'avvocato. Resta Tondinelli con la coppia di amici. A un tavolo vicino ci sono Belleggia e Pincarelli con altre persone. È il primo, secondo questa versione, a iniziare una discussione con Federico Zurma, 21 anni, ex compagno di scuola di Willy. Uno schiaffo davanti al locale, poi la lite prosegue nei giardini di largo Oberdan, al buio da settimane. «Marco e Gabriele sono chiamati - spiega l'avvocato Pica - per fermare la rissa. Appena scesi dall'auto li bloccano perché non c'era più bisogno di loro. Nel parapiglia qualcuno strappa i bottoni della camicia di Gabriele. Non vedono chi colpisce Willy perché erano già andati via con Pincarelli».
Versioni che gli inquirenti stanno verificando anche attraverso i tabulati e le celle telefoniche che avrebbero agganciato i cellulari dei quattro arrestati. Nessun video e nessuna immagine del pestaggio. Le uniche telecamere sono quelle del palazzo comunale e della caserma dei carabinieri di piazza Italia, puntate da tutt'altra parte. «Federico non ha visto o ripreso nulla - racconta il nonno dell'amico della vittima -, era andato via».
Un'indagine difficile, avviata grazie all'intuito del maresciallo dei carabinieri Antonio Carella che si è precipitato ad Artena a bloccare i cinque.
Ma chi si è accanito contro Willy? «Aspettiamo l'esame sui vestiti dei Bianchi, Belleggia e Pincarelli per trovare elementi utili» chiosano gli inquirenti. Sarà l'autopsia, eseguita stamattina, a stabilire se il colpo mortale è stato sferrato alla testa o all'addome. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiamato i familiari della vittima.
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