I primi e gli ultimi. Domani a Roma il mondo saluterà il Pontefice di tutti

Capi di Stato ma pure rifugiati e detenuti. Dopo 3 giorni condoglianze di Netanyahu

I primi e gli ultimi. Domani a Roma il mondo saluterà il Pontefice di tutti
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Cinquanta capi di Stato più dieci sovrani. Tutti a Roma domani per il funerale che mette insieme i primi e gli ultimi della terra. L'uomo più potente della terra, Donald Trump, sarà nella capitale con la moglie Melania, ma sui media americani rimbalza una suggestione straordinaria: a San Pietro potrebbe arrivare pure il suo predecessore, Joe Biden, naturalmente non assieme al suo rivale. Biden è un cattolico praticante e dunque potrebbe prendere l'aereo per l'Italia.

Ma a salutare Bergoglio ci saranno anche rifugiati e migranti, compresi nella delegazione della Ong Mediterranea. Non solo: il tribunale di sorveglianza, come spiegano al Dap, starebbe valutando permessi ad hoc per alcuni detenuti.

Si avvicina il giorno più lungo nella storia moderna della capitale, gli scali di Ciampino e Fiumicino sono in fibrillazione, si susseguono gli sbarchi nella capitale, satura oltre ogni limite. Ai funerali, previsti per le 10 di domani, si attende una marea umana di 200-250mila persone e colpisce il fatto che Francesco sia una calamita allo stesso modo per i padroni del mondo e per gli scarti della società.

Del resto le ultime ore della sua esistenza sono una prova della sua incomparabile trasversalità e della universalità del messaggio cristiano. Giovedì scorso, Giovedì santo, il Papa ha speso le sue ultime forze per raggiungere Regina Coeli e i carcerati cui era particolarmente affezionato. Poi, a poche ore dal malore fatale, ha avuto un breve colloquio con il vicepresidente degli Usa, J.D.Vance, cattolico pure lui ma su posizioni che appaiono lontane da quelle di Francesco. Insomma, un incontro agli estremi della scala sociale, in vita e in morte, che commuove come un miracolo.

In realtà l'evento sarà diviso in due parti: le esequie vere e proprie e poi la processione «a passo d'uomo» verso Santa Maria Maggiore e la sepoltura. Si pensava in un primo momento che il corteo sarebbe stato più rapido, sfiorando solo la folla schierata lungo il percorso. Ora la versione finale delle autorità si inchina all'immensa pressione popolare che vorrebbe una cerimonia senza fine, sempre in compagnia di Bergoglio.

Chi non sarà in piazza e per le strade di Roma potrà seguire la lunghissima, doppia cerimonia in tv. Sarà una diretta planetaria che si interromperà solo nel momento finale della tumulazione, prevista in forma privata. La salma del pontefice si sposterà dunque in territorio italiano e gli esperti ricordano il precedente di Paolo VI che in realtà viaggiò al contrario, perché sorpreso dalla morte a Castel Gandolfo il 6 agosto 1978.

Previsioni e statistiche si incrociano, ma si spera soprattutto che siano i leader a guardarsi negli occhi e a lanciare, in un momento così buio, un messaggio di speranza e pace. Il contesto è davvero unico e le opportunità, almeno a livello teorico, innumerevoli: a pochi metri gli uni dagli altri ci saranno per esempio i rappresentanti di Israele e dell'Iran. Sarà l'ambasciatore di Gerusalemme presso la Santa Sede Yaron Sideman a rendere omaggio a Francesco per conto del suo Paese, anche se i rapporti in questo frangente sono ai minimi storici. E c'è più imbarazzo che cordoglio. Anche se in serata, a tre giorni dalla morte, sono arrivate su X le condoglianze del premier Benjamin Netanyahu: «Riposi in pace».

Per Teheran invece ci sarà una delegazione guidata dal ministro della cultura Seyed Abbas Saleh. Ma ci saranno anche, citando in ordine sparso, Volodymyr Zelensky e Ursula von der Leyen. Un vertice improvvisato sarebbe un altro prodigio di Francesco che non c'è più ma c'è più di prima.

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