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I rom denunciano Virginia Raggi e Maria Elena Boschi: "Ecco perché ci hanno truffato"

L’oggetto del contendere sono i fondi europei destinati all’inclusione dei nomadi per il periodo compreso tra il 2014 e il 2020. La denuncia di Nazione Rom: "Non sono stati spesi per risolvere le situazioni di emergenza nei campi"

I rom denunciano Virginia Raggi e Maria Elena Boschi: "Ecco perché ci hanno truffato"

“La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sulle denunce presentate dalla nostra associazione contro il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Elena Boschi, e la sindaca di Roma, Virginia Raggi”. Ad annunciarlo è Marcello Zuinisi, presidente di Nazione Rom, associazione nata per difendere i diritti di rom, sinti e caminanti.

L’oggetto del contendere sono i “sette miliardi di euro” di fondi europei destinati all’inclusione dei nomadi per il periodo compreso tra il 2014 e il 2020, che, secondo il portavoce della comunità "non si sarebbero tradotti finora in iniziative adeguate a risolvere le situazioni di emergenza presenti nei campi nomadi”. Per questo Zuinisi ha denunciato alla Guardia di Finanza di Pontassieve quella che definisce una “truffa sui fondi sociali europei destinati all'inclusione sociale dei rom”. Inclusione che, secondo le raccomandazioni della Commissione Europea, dovrebbe essere pienamente raggiunta entro il 2020, in quattro ambiti: casa, lavoro, scuola e sanità. Secondo Zuinisi, però, nonostante le risorse messe a disposizione dall’Ue, il nostro Paese è ancora molto indietro rispetto agli obiettivi fissati dall’Europa.

L'emergenza sanitaria nel campo di Castel Romano

“Il Ministero del Lavoro ha dato al sottosegretario di Stato Boschi e al suo Dipartimento 14,4 milioni di euro per garantire la prevenzione sanitaria nei campi rom di tutta Italia”, si legge nel comunicato diffuso dal presidente di Nazione Rom, ma nel campo nomadi di Castel Romano, denuncia Zuinisi, da mesi i residenti sono costretti a fare i conti con una situazione di grave emergenza sanitaria. Nell’insediamento alle porte di Roma, dove mancano acqua potabile, elettricità e rete fognaria, sono decine, infatti, “i casi conclamati di scabbia, leptospirosi, epatiti e leucemie”. “In questo campo negli ultimi 5 anni sono morte 63 persone”, afferma il portavoce della comunità, “ma ad oggi nessun programma di prevenzione sanitaria è stato messo in atto nonostante gli ingenti mezzi finanziari nelle mani del governo e degli amministratori locali”.

Il mancato coinvolgimento nei tavoli di inclusione

Sul caso i deputati di Sinistra Italiana, Stefano Fassina e Giulio Marcon, hanno presentato, all'inizio di novembre, un’interrogazione parlamentare urgente. “Dalla risposta abbiamo scoperto che il governo e le città metropolitane sono riusciti a mettere in piedi progetti di inclusione scolastica per soli 78 studenti rom”, attacca Zuinisi. Un numero giudicato esiguo dal presidente dell'associazione che denuncia, inoltre, “l’esclusione dei nomadi dai comitati di sorveglianza dei fondi europei”. “Ad oggi, dei 62 comitati di sorveglianza istituiti”, spiega Zuinisi, “soltanto quello della Valle d'Aosta è rispettoso delle leggi europee, avendo compreso la legittima rappresentanza di rom, sinti e caminanti al suo interno”. “A Roma, invece, è nato un tavolo di inclusione dei nomadi dal quale i nomadi sono esclusi – continua - è il capolavoro di Virginia Raggi, con la complicità della sottosegretaria Boschi, responsabile dell'applicazione e del monitoraggio della Strategia e degli accordi europei”.

Il fallimento dei piani per il superamento dei campi rom

Anche nella Capitale, a parere dei diretti interessati, l’applicazione della Strategia Nazionale di inclusione procede a rilento. Nonostante la giunta Raggi avesse offerto nei mesi scorsi un contributo di 10mila euro a famiglia per aiutare i nomadi residenti nel camping River a trovare una sistemazione alternativa alle roulotte, finora, secondo Marcello Zuinisi, sentito da ilGiornale.it, “l’unico nucleo familiare che è riuscito ad abbandonare il campo e ad affittare una casa, grazie all’aiuto dei Testimoni di Geova, ha ricevuto il sostegno del Comune solo per i primi tre mesi”. Un periodo di tempo che, secondo il portavoce dei nomadi, sarebbe “troppo breve per sistemarsi e trovare un lavoro”.

“La governance che doveva nascere dall'applicazione della Strategia Nazionale di Inclusione per 170mila rom, sinti e caminanti residenti in Italia risulta attualmente gravemente violata”, conclude, quindi, il presidente di Nazione Rom, ipotizzando “reati che vanno dalla truffa, all’omissione di atti d'ufficio, falso materiale ed ideologico e omissione di soccorso”. Sulle denunce presentate dall'associazione stanno ora indagando i procuratori Alberto Pioletti e Letizia Golfieri.

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