I servizi sono a rischio, serve un altro passo, un confronto diretto con il governo. È l'appello lanciato dai 13 sindaci delle città metropolitane, che hanno scritto al premier Conte. La lettera firmata del primo cittadino di Milano e dai colleghi di Roma, di Bari, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Catania, Venezia, Reggio Calabria e Cagliari ha sortito subito l'effetto desiderato e oggi incontreranno il Presidente del Consiglio per chiedere maggior coinvolgimento in questa fase di rilancio del Paese.
«Questa lettera non è un elenco di rivendicazioni in nome dei Comuni - scrivono uniti - non è una sequenza di istanze relative a questo o a quel capitolo del bilancio, neppure una richiesta di incontro come tutte le altre. Siamo convinti più che mai che senza una manovra di aggiustamento, urgente e indifferibile, salteranno i servizi essenziali di tutte le città italiane. Il rischio potrebbe essere un drammatico lockdown delle attività che, quotidianamente, i Comuni svolgono per i loro cittadini». Righe che pesano come macigni, perché dietro ci sono i sindaci delle realtà territoriali più importanti uniti non dallo stesso credo politico ma dalla consapevolezza del loro ruolo. Tutti, dopo la sospensione delle tasse locali, attendevano i fondi promessi dal governo ma sono rimasti a bocca asciutta. «Aspettavamo maggiore attenzione alle nostre richieste - sostengono - Abbiamo perfino rinunciato all'esercizio del nostro potere di autorità sanitaria locale perché il governo potesse dare un indirizzo unitario per superare l'emergenza. Ci siamo assunti la responsabilità di prevenire e gestire le tensioni sociali, distribuendo buoni spesa e kit alimentari in tempi rapidi a coloro che ne avevano urgente bisogno. Con fatica quotidiana continuiamo a far fronte comune con le altre istituzioni per evitare che il fortissimo disagio economico e sociale possa trasformarsi in rabbia. Rivendichiamo il ruolo politico che il mandato diretto dei cittadini ci assegna».
Chiedono oltre a un confronto «leale e serrato» sugli aspetti fondamentali della ripartenza, risorse certe per assicurare la continuità dei servizi, perché le somme già stanziate non bastano e misure eccezionali di revisione dei vincoli finanziari, oltre a semplificazioni per eseguire opere
celermente e ridisegnare gli spazi urbani in vista della fase di convivenza con il virus. «Senza gli occhi lungimiranti e la caparbia determinazione dei sindaci - è l'avvertimento - si rischia di ripartire con il piede sbagliato».
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