I "suoi" braccianti in rivolta. "Abou è un approfittatore"

Tanti buchi neri nella gestione del ghetto foggiano. Gli ospiti lo scaricano: "Ha messo tutti contro tutti"

I "suoi" braccianti in rivolta. "Abou è un approfittatore"

«Ci prendiamo tutto noi, nessuna associazione deve venire qui, l'appalto lo vinciamo noi: così ci diceva Soumahoro». Sono i braccianti di Torretta Antonacci a raccontare come, in nome della tanto proclamata autogestione, il deputato prometteva ai lavoratori che sarebbe stata la Lega Braccianti a vincere l'appalto regionale per la gestione del ghetto.

La realtà, infatti, nonostante le parole dell'ex sindacalista, è che la Lega Braccianti non ha nemmeno mai tentato di partecipare a quel bando, non ha nemmeno provato a conquistarsi quella terra, come si legge nel capitolato del bando di cui siamo entrati in possesso.

«Questa persona - ci racconta il Presidente Anolf che gestisce Torretta Antonacci - ha sempre cercato di aizzare i braccianti contro qualsiasi realtà che non fosse la sua. Ha messo tutti contro tutti».

A dimostrare ciò il video di Soumahoro tra i container di Torretta Antonacci: «La razionalizzazione esiste e consiste nel trasformare gli insediamenti in centri di accoglienza. Vengono costruiti progetti che sono di fatto ostacolo all'emancipazione dei braccianti, alla presa di coscienza e noi questo non lo consentiremo mai». Probabilmente lui no, ma di certo moglie e suocera non la pensavano così. Loro che con la vincita degli appalti hanno fatto entrare nelle cooperative giri milionari su cui ora sta indagando la Guardia di Finanza ma che, di certo, non sono stati destinati agli stipendi dei lavoratori. Eppure, come confermano le ispezioni, la scrivania dell'onorevole -in qualità di presidente della Lega Braccianti - era proprio accanto a quella delle coop, nella stessa sede, ma - come sempre ha riferito Soumahoro - lui è estraneo ai fatti.

Ed ora sembra venire tutto a galla: dall'abbandono dei suoi compagni al Soumahoro vestito da Babbo Natale con 16mila euro per i bambini che nel ghetto non vivono - come ha confermato anche Don Pupilla della Caritas di Foggia - fino a una strana lettera pubblicata da Repubblica da parte dei suoi due ex soci della Lega Braccianti: Alpha e Sambarè. A onor del vero, però, in questo caso niente è più calzante di un «chi sta con lo zoppo impara a zoppicare» e questi due braccianti hanno zoppicato molto con Soumahoro.

«Sono tutti lucratori e approfittatori, questo ci hai sempre detto: ma oggi abbiamo capito che l'unico a lucrare e approfittare sei solo tu», scrivono. E ancora su quei 250mila euro sospetti: «Adesso basta. Abbiamo dovuto contattare un avvocato per chiedere lo statuto e il bilancio della nostra associazione Lega Braccianti».

Noi con questo avvocato di Foggia ci abbiamo parlato e, in una telefonata dove si è presentato solo con il nome e ha precisato di fare solo da mediatore ci ha detto: «Gli ex soci hanno querelato Soumahoro - anche se non ha voluto accennarci la prosecuzione -, Sambarè è disposto a parlare ma serve un pagamento. Vogliono 500 euro e possono dirvi tutto quello che volete, in questo modo capite che possono anche darvi degli scoop», ci ha spiegato il legale.

Sambarè, Alpha e Mamadoue sono proprio quelle persone «a cui Soumahoro per pareggiare i conti ha aperto un conto e ha dato 10 mila euro ciascuno», ci ha raccontato una delle persone più vicine a Soumahoro e con cui ha passato gran parte della vita.

Non abbiamo pagato quei soldi per scoop improvvisati a seconda delle

esigenze e, infatti, poco dopo ci è arrivato direttamente un audio da Mamadoue: «Oggi non possiamo fare, Sambarè si sente triste perché visto quello lì (Soumahoro, ndr) sta piangendo sui social. Facciamo nei prossimi giorni».

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