La Sardegna sembra essere diventata il nuovo epicentro dell’epidemia di coronavirus a causa dell’effetto combinato giovani-turisti-discoteche.
È questo il messaggio, pericoloso quanto sbagliato, che in questi ultimi giorni sta passando, soprattutto dopo gli aumenti di casi di contagio e la conseguente decisione del governo di chiudere i locali dove si balla. Ma il presidente della Regione, Christian Solinas, non ci sta. "Questa è una boutade infondata. La Sardegna non ha mai avuto una circolazione virale autoctona. Tutti i casi sono di importazione o di ritorno, persone già positive testate una volta giunte in Sardegna o sardi infettati durante le vacanze all'estero”, ha dichiarato il governatore in una intervista rilasciata al Corriere della Sera.
"Dai dati ufficiali- ha aggiunto- il numero maggiore dei casi si registra comunque in altre regioni del Paese e il nostro sistema sanitario sta gestendo in modo ordinato e tempestivo la situazione". Un responsabile pr quanto sta accadendo nell'isola, però, Solinas lo trova. Secondo il governatore la causa di tutti questi problemi è da attribuire all’esecutivo giallorosso che non ha accolto un piano ideato dalla Regione per garantire arrivi di turisti in modo sicuro. "Se il governo avesse accolto il modello che avevo proposto già mesi fa per accompagnare l'ingresso sull'isola di ciascun passeggero con un certificato che attestasse l'esito negativo del tampone, oggi non ci sarebbe la recrudescenza del virus", ha affermato Solinas che ha anche ricordato che dopo la sua proposta si scatenò un putiferio. "Allora tutti mi vennero contro, contestando l'incostituzionalità, l'impossibilità o la scarsa attendibilità della mia proposta, salvo poi riproporla oggi con colpevole ritardo per tutta l'Italia", ha spiegato il governatore.
Solinas ha anche respinto le accuse di aver sottovalutato il possibile rischio-contagi legato alle discoteche. I locali era aperti nell’isola così come"in Emilia-Romagna, Veneto e nel resto d'Italia". Ma secondo il governatore "anche questo è diventato uno specchietto per le allodole. I giovani se non nelle discoteche all'aperto si sarebbero assembrati nelle spiagge, nelle piazze o in altri locali. Il tema era evitare la circolazione di soggetti positivi che potessero diffondere il contagio. E l'unico strumento, piaccia o no, era quello proposto da noi".
E invece, ha sottolineato Solinas, alla fine "ha prevalso la linea del governo e di alcune Regioni di una riapertura senza controlli". Ma bisogna stare attenti. Perché il governatore si è soffermato sui numeri reali che raccontano una realtà un po’diversa da quella descritta. "I presunti contagi in discoteca sono una minima parte rispetto al complesso dei positivi: abbiamo una ventina di clandestini algerini- ha spiegato- che non vengono rimpatriati e scappano dai centri d'accoglienza; abbiamo turisti spagnoli, croati e francesi che sono potuti entrare senza controlli grazie alle precedenti scelte del governo".
Per Solinas ci sono evidenti responsabilità del governo anche in merito al piano controlli a porti e aeroporti partito solo a agosto inoltrato."Quando noi lo abbiamo proposto a maggio- ha raccontato- tutti si sono stracciati le vesti, attaccandomi con una violenza inaudita da tutti i fronti: politico, mediatico e scientifico.
Prendo atto che ora abbiano cambiato idea e spero non sia troppo tardi". Ma l’esecutivo pare avere molti dubbi su diversi punti. Il rientro a scuola a settembre ne è un esempio. Il tempo stringe, i contagi aumentano e le certezze sono poche.
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