La principale reazione che arriva da oltre confine alla caduta del governo Draghi è di sconcerto. Doveva essere l'esecutivo affidato a un fuoriclasse e sostenuto da tutti per salvare l'Italia e invece è caduto come un qualsiasi Fanfani VII balneare della Prima Repubblica. Come se la politica italiana non fosse in grado di capire cosa c'è realmente in gioco. Da Bruxelles e Washington ci si sforza di dominare la stupefazione, ma rimane la sostanza dell'accaduto: non è stato solo Conte a far cadere Draghi, ma anche una scelta decisiva nei numeri da parte del centrodestra. Scelta che non molti si aspettavano, oltrefrontiera, e che nessuno comprende.
Il commissario italiano Ue all'Economia Paolo Gentiloni prima spara a zero («Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta»), poi ricorre ai toni del patriottismo: «Ora è il tempo di voler bene all'Italia: ci aspettano mesi difficili, ma siamo un grande Paese». Sui giornali francesi e inglesi i toni sono di asciutta perplessità: «Tre partiti negano la fiducia a Draghi», titola il Figaro, mentre il Guardian sceglie una foto di Draghi affranto e spiega che «Il premier italiano fallisce il tentativo di rianimare il suo governo».
Da Washington arrivano i commenti tipici della benevola potenza imperiale. «Non esprimiamo pareri sulle questioni politiche interne dice un portavoce della Casa Bianca - , gli Stati Uniti rispettano e sostengono il processo costituzionale italiano. L'Italia è uno stretto alleato, la nostra partnership forte è fondata sui valori condivisi della democrazia, dei diritti umani e della prosperità economica. Continueremo a lavorare insieme a stretto contatto su varie importanti priorità, compreso il sostegno all'Ucraina contro l'aggressione da parte russa».
Il quotidiano Washington Post è meno diplomatico: «Il governo italiano si è spaccato tra i rancori. La giornata che era iniziata con Draghi che sarebbe potuto restare alla guida del governo si è conclusa tra le recriminazioni, con divisioni sempre più profonde e con la quasi certezza di elezioni in autunno che favoriranno un gruppo di partiti di centro e di estrema destra». Per il quotidiano della capitale Usa «a questo punto il futuro dell'Italia potrebbe essere molto diverso: è molto probabile che il prossimo governo metta insieme partiti nazionalisti e di centrodestra compresi alcuni che hanno avuto posizioni euroscettiche e filorusse».
Anche il Washington Post nota che nei giorni scorsi alcuni politici vicini a Draghi avevano avvertito che la crisi italiana faceva il gioco di Putin. E questa polemica è continuata anche ieri, mentre il governo italiano collassava, tra i portavoce dei ministeri degli esteri russo e italiano. La signora Maria Zakharova ha preso di mira il nostro ministro Luigi Di Maio, ridicolizzandolo perché «alla ricerca di cause esterne in Russia per i fallimenti del suo governo». «Siamo stupefatti ha detto la portavoce di Sergei Lavrov -.
A leggere i giornali italiani i nostri ambasciatori avrebbero il potere di cambiare i governi occidentali con un paio di telefonate»: chairo il riferimento alle accuse rivolte a Conte di servire gli interessi di Mosca. Il portavoce di Di Maio ha replicato che ancor prima dell'inizio di questa crisi di governo qualcuno a Mosca non ha fatto altro che intervenire nel nostro dibattito politico interno, con continue e gravi ingerenze».
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