«Da 80mila vaccinazioni al giorno di media siamo scesi a 28mila». Il commissario straordinario all'emergenza, Domenico Arcuri, descrive così gli «effetti nefasti» del ritardo nella consegna dei vaccini da parte di Pfizer. La campagna vaccinale per gli over 80 che doveva partire in questi giorni purtroppo slitta.
E la prossima settimana non andrà meglio perché le fiale arriveranno ridotte del 20 per cento rispetto al programma. E qui si apre anche una sorta di «giallo» perché ieri dall'Unione europea erano arrivate rassicurazioni sul fatto che Pfizer aveva superato i problemi legati alla ristrutturazione dell'impianto produttivo in Belgio e che dunque le consegne delle dosi di vaccino anti-Covid agli stati membri, Italia inclusa, avrebbero subito interruzioni soltanto in questa settimana, mentre dalla prossima le consegne sarebbero riprese regolarmente. Il portavoce della Commissione per la Salute, Stefan de Keersmaecker, aveva spiegato che la presidente, Ursula von der Leyen, aveva ricevuto rassicurazioni dal Ceo di Pfizer, Albert Bourla, sul rispetto dei tempi di consegna. Insomma, aveva detto de Keersmaecker: «Dalla prossima settimana le consegne dovrebbero procedere secondo i piani»
Ma Arcuri spiega che non è così: le consegne saranno ridotte anche la prossima settimana e non soltanto per l'Italia. «Il ritardo e la riduzione delle dosi alla fine della prossima settimana sarà omogenea in tutti i Paesi europei e quindi non è un problema che riguarda soltanto l'Italia - assicura Arcuri - E le minori dosi che arrivano significano minori persone vaccinate». Paradossalmente l'Italia è più penalizzata proprio perché ha vaccinato più velocemente. «L'effetto nefasto della riduzione non è omogeneo in tutti i Paesi perché alcuni, a cominciare dall'Italia, sono partiti meglio con le somministrazioni», dice Arcuri, e ora devono rallentare per poter effettuare i richiami. Verranno però corrette «le asimmetrie» nelle consegne alle regioni arbitrariamente decise dalla Pfizer: ci sarà una ridistribuzione equilibrata.
Ieri alle 18 le dosi somministrate erano 1.282.184 ma la seconda dose era stata inoculata soltanto a 25.066 persone. E proprio per questo è importante che l'Italia abbia «un vaccino domestico presto» insiste Arcuri. Si guarda prima di tutto al vaccino di Astrazeneca che dovrebbe essere approvato dall'Ema il 29 gennaio. «Tutte le dosi saranno portate nell'hub centrale di Pratica di Mare per poi essere distribuite dall'esercito - spiega Arcuri - Al momento prevediamo una consegna di 8 milioni di dosi nel primo trimestre di quest'anno e speriamo che sia confermata». Le dosi, assicura l'azienda, sono già infialate e pronte nei magazzini. Questo antidoto non richiede le temperature di Pfizer e potrebbe essere consegnato anche ai medici di famiglia. L'auspicio è che sia considerato efficace anche per gli over 80 per recuperare il ritardo. Ma si guarda anche a Reithera che, rivela Arcuri, «è in fase di accelerazione»
Il commissario poi annuncia l'arrivo dei rinforzi sul campo: «La prossima settimana invieremo sul territorio, d'intesa con le regioni, i primi 2.679 medici e infermieri selezionati con la call dedicata: 2.638 sono già stati valutati come idonei».
Arcuri ha confermato che il governo italiano ha attivato l'Avvocatura generale dello Stato «per valutare i diversi profili di responsabilità della casa farmaceutica Pfizer in caso di inadempienza e le possibili azioni da intraprendere a tutela degli interessi del Paese e dei cittadini». Infine l'annuncio della pubblicazione del bando di gara per la realizzazione dei padiglioni per la vaccinazione di massa, le «primule».
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