I vandali dell'arte

Imbrattato il Corridoio Vasariano a Firenze. I casi di Milano e Roma. Il ministro: «Pignorare i beni di chi sporca». Ecco i costi per lo Stato. Il nodo delle sanzioni

I vandali dell'arte
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Comincia a farsi troppo lungo l'elenco degli atti vandalici contro i nostri monumenti che tutto il mondo ci invidia. Oltre alle azioni dimostrative di attivisti di Ultima generazione (fontana di Trevi, Palazzo Vecchio, Senato...) e alle azioni dimostrative di turisti irriverenti (graffiti al Colosseo), ora si ripetono a distanza ravvicinata atti vandalici di graffitari che sprecano le vacanze estive a imbrattare storici monumenti. A luglio hanno deturpato il frontone della Galleria Vittorio Emanuele a Milano, l'altra notte hanno pasticciato le colonne del Corridoio Vasariano a Firenze «disegnandole» con vernice a spray indelebile (pare si tratti di tifosi del Monaco 1860). Due eventi dello stesso gruppo di vandali? Italiani o stranieri? I carabinieri e gli inquirenti stanno lavorando sulla matrice di questi atti offensivi e sugli autori di questi gesti dementi. Nel frattempo, prevale uno sdegno corale. «Basta con le punizioni simboliche e con attenuanti fantasiose! Qui ci vuole il pugno duro della legge. Chiaramente non si tratta del ghiribizzo di un ubriaco ma di un atto premeditato sbotta il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt - e ricordo che per casi di questo genere negli Stati Uniti è previsto il carcere fino a cinque anni». Gli fa eco il sindaco di Firenze Dario Nardella: «Un gesto vergognoso. Useremo tutte le telecamere e gli strumenti disponibili per individuare questi individui spregevoli per punirli adeguatamente». Parla di «Un altro atto di vandalismo gravissimo perché colpisce uno dei luoghi simbolo del patrimonio nazionale» anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ribadisce: «Fino ad ora c'è stato un certo lassismo nel pensare che queste fossero solo cosucce. D'ora in poi i responsabili saranno immediatamente individuati e sanzionati. Costoro devono capire che anche un piccolo graffio sarà perseguito perché questi gesti arrecano sempre un danno economico» (circa 60mila euro al metro quadro in media per la rimozione dei graffiti ndr). Ed è per questo che nel nuovo ddl anti-vandali già approvato dal Senato, sarà inserita una norma «che punta a far pagare ai responsabili gli ingenti costi degli interventi di ripristino. La novità spiega il ministro - è nel fatto che la sanzione pecuniaria verrà comminata dai prefetti, dunque saranno sanzioni rapidissime e chi non paga si vedrà pignorare i beni per l'ammontare della sanzione. Quelle penali, invece, restano riservate all'autonoma valutazione della magistratura». Per il momento valgono le regole (di lentissima applicazione) del codice penale che prevede fino a 3 anni di carcere e una multa fino a 10 mila euro per chi «deturpa o imbratta beni culturali o paesaggistici propri o altrui o destina beni culturali a usi incompatibili con il loro carattere storico o artistico». E sulla base di queste norme, l'ingegnere saudita che nel maggio scorso ha intaccato i gradini scendendo dalla scalinata di Trinità dei Monti con un Suv preso a noleggio, sarà processato per distruzione e deturpamento solo nel 2025. È vero che rischia 5 anni di carcere, ma quei 50 mila euro di danni saranno, forse, sganciati solo a fine processo.

E quando sarà la volta del serafico inglese che, in nome di un gesto romantico, ha deturpato il Colosseo, incidendo il suo nome e quello della fidanzata? Il ragazzo rischia una maximulta da almeno 15mila euro e il carcere fino a 5 anni, Ma sarà davvero così? O si risolverà tutto con un'ammenda e una condanna cartacea di tre mesi? Vincente è solo l'immediatezza della reazione

dello Stato. E proprio Sangiuliano vuole fra trasmettere al mondo un nuovo chiaro messaggio: chi oltraggia il nostro patrimonio ne risponda in prima persona anche dal punto di vista patrimoniale. Dice: «Chi danneggia paga».

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