Il lungo cammino iniziato parecchi mesi fa con la Lista Civica Torino Bellissima, è arrivato all'ultimo tornante prima del traguardo elettorale. Domani e lunedì il ballottaggio deciderà chi dovrà guidare Torino nei prossimi cinque anni. Il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo è in vantaggio con il 43,6%, Paolo Damilano lo tallona al 38,9%, ma la partita ricomincia da zero e il candidato del centrodestra e di Torino Bellissima tenterà di portare l'affondo finale per conquistare una storica roccaforte del centrosinistra.
Damilano, qual è il bilancio di questa lunga campagna elettorale?
«Ho deciso ormai quasi un anno fa di mettermi al servizio di Torino e di candidarmi a sindaco con un progetto civico. L'ho fatto con il desiderio di costruire un progetto da proporre a chi crede nel futuro e nel cambiamento. Abbiamo messo in campo le nostre idee, ascoltato le categorie, i cittadini, le persone. La mia è la sfida di un cittadino e un imprenditore fortemente legato al territorio, desideroso di restituire a Torino quanto ricevuto in questi anni».
I partiti sono stati all'altezza della sfida?
«Ci siamo confrontati e abbiamo trovato le giuste convergenze. Schierate con me ci sono sette liste, tra cui le due civiche. Tutti hanno mostrato buona volontà, messo in campo il giusto impegno, dimostrato maturità politica e il desiderio di far crescere il benessere di questa città. Ora vedremo cosa diranno gli elettori».
Marco Lavatelli, il marito della sindaca Appendino, ha detto che la voterà con convinzione. Pensa che gli elettori Cinquestelle lo imiteranno?
«Lo spero, ma credo che se mi sceglieranno lo faranno non per appartenenza ma per loro personale adesione. La mia è una candidatura indipendente e civica, lontana dalle classiche logiche dei partiti. Credo che questo messaggio sia arrivato forte e chiaro, se dai Cinquestelle dovesse arrivare apprezzamento per la mia proposta ne sarei felice. Io sono qui per costruire. Il sindaco Appendino ha lavorato per portare in città le ATP Finals, l'Eurovision e credo che questa sia la strada giusta per dare un futuro alla nostra città».
Da 28 anni a Torino non c'è un sindaco di centrodestra.
«Vedo una città che dopo la pandemia vuole ripartire davvero, rialzare la testa, tornare a una vita normale. C'è la percezione che questa è un'occasione, forse l'ultima, per cambiare davvero le cose, sfruttando le risorse del Pnrr. Ma bisogna fare sistema, lavorare sulla semplificazione perché non è possibile ideare è individuare infrastrutture e poi dover aspettare vent'anni per realizzarle, con tutti i danni che questo comporta. Bisogna creare relazioni forti con un governo autorevole come quello attuale, ma anche relazioni internazionali per portare investimenti nella nostra città».
Lei ha annunciato una importante novità sulla squadra di governo della città.
«Sì, come vicesindaco ho scelto Andrea Tronzano, attualmente assessore al bilancio della Regione Piemonte, che è pronto a lasciare il suo incarico per condividere questa sfida vitale per il futuro di Torino. Andrea porterà la sua visione e la sua grande esperienza politica ed è il primo tassello di una squadra ricca di professioniste e professionisti che sarà a maggioranza femminile.
Una squadra che avrà a cuore il lavoro, la sicurezza e la ripartenza senza però lasciare nessuno indietro, né le periferie, né gli anziani, né i mercati, né lo sport, né i poveri di ogni età, né le scuole paritarie e tutte le categorie che sono state trascurate in vent'anni di sinistra a Torino».
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