Madrid «Que lastima! Che peccato, Pablo Iglesias. Questa era la volta buona del sorpasso sui socialisti e, invece, hai perso nel peggior modo possibile, alleandoti con i comunisti di Izquierda Unida, e ora rimani a terra, come un pugile suonato e ti ripeti: Ma che diavolo è successo?». Gonzalo, uno degli anziani uscieri del Congreso di legislature ne ha viste parecchie. E anche di premier, da Suarez a Rajo. A 67 anni sperava nel giovane professore col codino: «Non indossa la giacca, soltanto la cravatta e saluta timido». È questa l'atmosfera post elezioni: rintronamento. La mazzata più forte l'ha presa lui, Pablo, il pugile suonato coi guantoni sulle corde. Quarantotto ore dopo il fiasco elettorale, i vertici di Podemos tacciono, se non farfugliare che non capiscono cosa sia successo.
Pablo tace, chiuso nell'appartamento ereditato dalla nonna, a Vallecas, quartiere popolare della Madrid periferica. In soli due anni ha rastrellato un quinto dei voti, piazzando sindaci a Madrid, Barcellona e Valencia. Un successo impensabile. Iglesias si era persino schierato con i catalani per il referendum sulla loro indipendenza, entrando nella spinosa questione politica spagnola mai risolta. Carlos Prieto del Campo, potentissimo avvocato madrileno e direttore del Centro Studi del Museo Reina Sofia, è il suo padre ideologico. Lo conosce sin dai suoi trascorsi nei giovani socialisti, poi l'avventura tra i comunisti, infine i successi del Movimento 15-M. Sa che è un cavallo di razza. Il volto più mediatico. La lingua più affilata. Del Campo è stato consigliere di Rafael Correa, presidente ultra rosso dell'Ecuador. A del Campo, Pablo ha dedicato la sua tesi di master del 2008: «Al compagno Carlos, che mi ha insegnato tanto». Poi sono arrivati i britannici, il loro referendum e la paura di averla fatta grossa con la Ue. Pablo si è reso conto a urne chiuse che gli spagnoli lo avevano frainteso sulla Ue: non ha mai chiesto di lasciare Bruxelles, ma di contare qualcosa, limitando lo strapotere della Germania.
Gli spagnoli non l'hanno capito e hanno detto «no» alle avventure politiche.
RobPel
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