
Peggiora il mercato dell'auto in Italia in linea con l'andamento delle vendite in Europa. A febbraio il calo delle immatricolazioni risulta del 6,3%, dato che diventa ancora più pesante se si confronta con il 2019, l'anno pre Covid: -14,9%. E niente di buono promettono le attese visto che quasi l'80% dei concessionari interpellati dal Centro studi Promotor dichiara basse sia la raccolta ordini del mese scorso sia l'affluenza di possibili clienti negli show-room. Le cause: listini troppo alti e indecisione su quali alimentazioni optare per evitare cattive sorprese (blocchi, aggravio dei costi, ecc) negli anni a venire. Nel dettaglio, è il canale dei privati a subire il calo più importante (-10,8%) mentre quello del noleggio ha risollevato la testa (+13,5%), «ma solo grazie alle captive, ovvero le società emanazione diretta delle case auto», precisa Dataforce Italia. Male a febbraio, inoltre, le immatricolazioni dei furgoni (-17%).
Le motorizzazioni: +38% (quota mercato al 5% dal 3,4% del 2024) per le auto elettriche, in virtù soprattutto delle avvenute consegne di ordini precedenti, e +33% le plug-in (quota al 4,5% dal 3,6%). Scendono benzina e Diesel, con gli italiani che puntano sempre di più sulle ibride senza spina: penetrazione, rispettivamente, del 12,5% per le «full» e del 32,1% per le «mild».
Tra i gruppi, come in Europa crollo per Tesla (-54,46%) anche in Italia. A pesare c'è l'attesa per la Model Y nuova e probabilmente anche le recenti «sparate» politiche di Elon Musk.
Bene i cinesi (Byd conquista l'1% di quota), ancora all'inizio dell'avventura italiana. Tra questi c'è anche Leapmotor (Stellantis) che segna un risultato positivo. Per la capogruppo Stellantis, invece, un altro mese giù: -14,7% percento.
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