Impennata di infortuni: sul lavoro 772 vittime. Più sanzioni e controlli

In calo del 6,2 per cento gli incidenti letali. Il presidente Mattarella: "Una ferita sociale"

Impennata di infortuni: sul lavoro 772 vittime. Più sanzioni e controlli

Nei primi otto mesi del 2021 sono morte sul lavoro in Italia 772 persone, secondo le denunce riportate da Anmil (Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) su dati Inail. Nello stesso periodo dello scorso anno gli infortuni letali sono stati 823: il calo è del 6,2 per cento. Sono aumentati invece, sempre tra gennaio e agosto, gli infortuni, 349.449 denunce di quest'anno rispetto alle 322.132 del 2020, con un incremento dell'8,5 per cento.

I dati sono stati forniti ieri in occasione della 71esima Giornata Anmil per le vittime degli incidenti sul lavoro. Anche per quanto riguarda le malattie professionali si registra una crescita nei primi otto mesi dell'anno sul 2020: 36.496 contro 27.761, pari a un più 31,5 per cento. Uno dei motivi è che, sottolinea l'Anmil, i lavoratori stanno presentando le denunce rimandate per la pandemia. «La crisi economica e la ripartenza delle attività produttive - spiega il presidente nazionale Anmil, Zoello Forni - rappresentano un terreno insidioso per la sicurezza dei lavoratori e lo dimostra la nuova impennata di incidenti a cui stiamo assistendo. Il bilancio infortunistico di questo 2021 è addirittura peggiore rispetto agli anni pre-pandemia. Come dieci anni fa, ancora oggi ogni giorno mediamente tre lavoratori rimangono vittime di infortuni mortali». Mentre le denunce di infortunio mortale sono tornate a decrescere perché «non esiste quasi più la componente delle morti causate da infezione da Covid-19 che nel 2020 avevano rappresentato un terzo del totale delle morti sul lavoro».

Da parte sua Uil sottolinea come le morti sul lavoro (al primo posto c'è il settore industria, poi viene l'agricoltura) stiano lentamente tornando ai numeri del 2019. Il sindacato lancia la campagna di sicurezza «Zero morti sul lavoro». E propone formazione mirata e aggiornata per i lavoratori, educazione nelle scuole, controlli all'interno delle aziende, vigilanza e più ispettori, più sanzioni ed esclusione dagli appalti pubblici delle aziende che non rispettano gli standard di sicurezza. «La Uil - dice il segretario generale Pierpaolo Bombardieri - ha obiettivi precisi e ritiene necessarie azioni che vedano coinvolti tutti i protagonisti del mondo del lavoro. Sarà necessario un patto tra associazioni sindacali dei datori di lavoro, dei lavoratori, governo e Inail».

Ieri è intervenuto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Gli incidenti sul lavoro sono una ferita sociale che non trova soluzione, ma purtroppo è sempre in aumento e diventa lacerante ogni volta che si apprendono, come in queste ultime settimane, quotidiani e drammatici aggiornamenti di incidenti». Il capo dello Stato ha scritto al presidente Anmil, Forni. «La Costituzione - continua Mattarella - nell'articolo 4 riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Affinché questo diritto sia effettivamente garantito, uno Stato democratico deve consentire a ognuno di svolgere la propria attività lavorativa, tutelandone la salute e assicurandone lo svolgimento nella più totale sicurezza. Le tragedie a cui stiamo assistendo senza tregua sono intollerabili e devono trovare una fine, rafforzando la cultura della legalità e della prevenzione. Le leggi ci sono e vanno applicate con inflessibilità». Infine: «Le vittime degli incidenti sul lavoro sono persone che escono di casa con progetti per il futuro e attività dirette ai loro cari. Il luogo di lavoro deve essere il posto da cui si torna. Sempre». E il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: «Nei prossimi giorni vedrà la luce un provvedimento ad hoc, che sarà basato sulla maggiore efficacia e tempestività delle sanzioni e un potenziamento delle strutture di controllo sia a livello centrale dell'ispettorato nazionale che con le Asl». È previsto un «potente investimento sulla formazione e sull'informazione e poi finalmente la costituzione di una banca dati che consenta di raccogliere le sanzioni e valutazioni che vengono fatte con i controlli, per iniziare un percorso di qualificazione delle imprese. Da molto tempo la legge prevedeva questo strumento che però non è mai effettivamente partito».

Sui numeri delle vittime: «Si dovrebbe smettere di chiamarle morti bianche perché ci sono sempre responsabilità dietro ogni incidente. La svalutazione del lavoro ha portato alla precarizzazione e a una crescita dell'insicurezza. Il lavoro va rimesso al centro dell'azione politica e della democrazia».

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