I paparazzi, l'inseguimento, l'incidente sfiorato. Il principe Harry d'Inghilterra e la moglie Meghan Markle sono stati protagonisti di una vicenda il cui esito poteva essere «catastrofico» che riporta alla mente quanto avvenuto il 31 agosto 1997 a Lady Diana, che perse la vita a Parigi in un tragico schianto causato proprio dall'inseguimento di alcuni fotografi della vettura sulla quale si trovava. Martedì sera Harry, Meghan e la mamma di lei, Doria Ragland, avevano appena lasciato lo Ziegfield Theatre dove avevano partecipato ai Women of Vision Awards della Ms Foundation, nel corso dei quali la duchessa era stata premiata dalla famosa femminista Gloria Steinem, quando una decina di paparazzi hanno cominciato a inseguire il Suv su cui erano saliti a bordo. Secondo una fonte vicina alla coppia, «l'inseguimento avrebbe potuto essere fatale»: i fotografi erano in auto e moto, sono saliti sui marciapiedi, passati col rosso ai semafori incuranti dei sensi vietati, così come dei tentativi della polizia di fermarli. Ad un certo punto i tre hanno abbandonato il Suv e sono saltati su un taxi, come appare da alcune immagini pubblicate sui social. «La scorsa notte il duca, la duchessa e Ragland sono stati coinvolti in un inseguimento in macchina quasi catastrofico per colpa di un gruppo di paparazzi molto aggressivi» ha spiegato il portavoce in una nota. «L'incessante inseguimento, durato oltre due ore, ha provocato molteplici collisioni che hanno coinvolto altri conducenti sulla strada, pedoni e due agenti del dipartimento di polizia di New York». «L'interesse per figure pubbliche non dovrebbe mai mettere in pericolo la sicurezza di nessuno», ha precisato. Mentre il vice commissario dell'Nypd Julian Phillips ha fatto sapere che i Sussex sono arrivati a destinazione illesi e «non sono stati segnalati incidenti, feriti o arresti». «Numerosi fotografi» hanno reso il loro viaggio «impegnativo», ha poi aggiunto un portavoce. Quello a New York era il primo appuntamento pubblico per la coppia dopo l'incoronazione di re Carlo III (a cui lui ha partecipato da solo). Harry ha avuto a lungo un rapporto difficile con i media, che ha incolpato per la morte di sua madre.
Anche nel suo libro Spare ha descritto in dettaglio le incessanti molestie della stampa nella sua vita, e insieme alla moglie hanno abbandonato i loro ruoli reali nel 2020 trasferendosi negli Usa in parte anche a causa delle «intense molestie mediatiche». Nel dicembre scorso i Sussex avevano espresso preoccupazioni per la propria sicurezza in una docuserie co-prodotta con Netflix. «Ero terrorizzato. Non volevo che la storia si ripetesse», aveva confidato il principe mentre scorrevano sullo schermo immagini di Lady Diana. E in un'intervista ha ricordato di aver osservato le foto della madre prima di morire e di essersi reso conto che l'ultima cosa che aveva visto erano i paparazzi che le scattavano una foto.
Intanto, proprio martedì, un uomo sospettato di essere uno stalker è stato fermato fuori dalla villa di Harry e Meghan a Montecito: Kevin Garcia Valdovinos, 29 anni, era stato notato mentre era appostato fuori dalla tenuta dove erano rimasti i figli della coppia, Archie e Lilibet.
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