Incubo mal di schiena, ci costa il 2,3% del Pil

Ne soffre il 70% degli adulti. Chi si cura e si assenta dal lavoro spende 4.500 euro l'anno

Incubo mal di schiena, ci costa il 2,3% del Pil

Diciamo la verità. Fino ai trent'anni ce ne siamo totalmente fregati. Ci siamo seduti storti per ore davanti al computer, sulle sedie sbagliate, praticamente a caso. Abbiamo sollevato scatoloni e pesi massacrandoci la schiena e facendo esattamente l'opposto rispetto a quanto andrebbe fatto. Avevamo trent'anni. Non succedeva niente. I guai sono arrivati dopo e ora basta sollevare uno zaino da terra per votarsi con infinita grazia al santo dottor Gibaud.

A quanto pare siamo in buona compagnia. Il mal di schiena in Italia assorbe circa il 2,3% del Pil tra costi diretti, di tipo diagnostico-terapeutico, e costi indiretti legati alla riduzione della produttività e del reddito e all'aumento degli oneri sociali per assenza dal lavoro. È il dato emerso dalla «Scuola del mal di schiena», appuntamento nazionale organizzato con la responsabilità scientifica di Giuseppe Massazza, specialista in ortopedia e traumatologia, ordinario di Medicina fisica e Riabilitazione all'università degli Studi di Torino. «Il mal di schiena rappresenta la malattia più diffusa nei Paesi industrializzati, a causa di fattori correlati allo stile di vita, alla postura e all'attività lavorativa - sottolinea l'esperto - Circa il 70% della popolazione adulta ne soffre e la patologia è la principale ragione di ricorso alla visita presso gli ambulatori di medicina generale, nonché la causa più frequente di assenza dal lavoro. Inoltre, più di due terzi dei pazienti che soffrono di mal di schiena acuto va incontro, nel corso degli anni, a una cronicità che rappresenta una vera e propria malattia invalidante. «Se impieghiamo il dato di 8 milioni di pazienti come stima della prevalenza del dolore cronico in Italia, e la applichiamo al totale dei costi diretti per paziente (1.400 euro), si arriva a un onere annuo per il Servizio sanitario nazionale pari a 11,2 miliardi di euro - calcola Enrico Pira, direttore di Medicina del lavoro universitaria presso l'azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino - Onere che, rapportato all'effettiva spesa complessiva per il Ssn (113,7 miliardi di euro), porta a un dato di incidenza sulla spesa sanitaria pubblica pari al 9,6%. Riutilizzando la stessa stima di prevalenza anche per i costi indiretti (3.156 euro) si ottiene un importo complessivo pari a 25,2 miliardi. Si può quindi stimare che il costo sociale del dolore cronico in Italia ammonta a 36,4 miliardi all'anno, corrispondenti appunto al 2,3% del Pil».

«Nonostante ciò - osserva Massazza - si stima che ancora oggi la classe medica curi il paziente con mal di schiena attraverso una terapia farmacologica standardizzata, non aggiornata secondo le linee guida, e senza affrontare gli aspetti legati alla prevenzione e agli stili di vita, finalizzati ad esempio all'esercizio fisico e alla perdita di peso.

In altre parole, raramente il trattamento del mal di schiena prevede una vera e propria 'presa in carico' e solo il 10% dei pazienti riceve cure multiprofessionali e multidisciplinari, indirizzate ai molteplici aspetti della patologia dolorosa».

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