«Voteremo lo scostamento di bilancio se servirà per esempio a dare immediato indennizzo a chi ha dovuto chiudere la propria attività, a pagare finalmente i debiti della pubblica amministrazione, a coprire un semestre bianco fiscale, sospendendo tutti i pagamenti verso lo Stato almeno per chi è in difficoltà».
Silvio Berlusconi, pur mantenendo aperta la porta alla collaborazione con l'esecutivo, detta condizioni chiare ed esclude in maniera perentoria l'ingresso in maggioranza. «Non faremo mai un governo con forze a noi incompatibili» dice al Corriere della Sera, «altra cosa è che l'opposizione sia coinvolta. In verità io ho chiesto più volte che siano invitate a collaborare tutte le migliori energie del Paese, non solo della politica, ma della cultura, dell'impresa, della scienza, del lavoro, in un grande sforzo collettivo per rispondere all'emergenza». La disponibilità a lavorare sull'emergenza Covid resta perché «la situazione non è mai stata così grave», ma è il momento dei «fatti concreti. Oggi quello che conta è lavorare con il governo che c'è, anche se non è quello che vorremmo».
Forza Italia, intanto, continua l'operazione di ascolto delle categorie e si concentra sul tema delle infrastrutture. Facendo scattare l'allarme sia in vista della manovra, sia in vista del Recovery Fund europeo. Un tema portato all'attenzione pubblica anche da un manager di grande esperienza come Franco Tatò che su EconomyMag scrive che «il silenzio del governo italiano sulle attività preparatorie in corso per ottenere i finanziamenti previsti dal Fondo Nuova Generazione è insieme esemplare e inquietante».
«Il governo deve ascoltare le preoccupazioni e le richieste del settore edile» chiede Alessandro Cattaneo, responsabile Infrastrutture di Forza Italia che ha incontrato nei giorni scorsi il presidente dell'Ance Gabriele Buia. «Bisogna passare dalla logica del sussidio alla logica del lavoro altrimenti i soldi erogati a pioggia non basteranno neanche a tamponare l'emergenza. Questa la conditio sine qua non vista la criticità riscontrata del mancato utilizzo di molti miliardi di euro già stanziati e non spesi dalle stazioni appaltanti, soprattutto quelle pubbliche. Criticità che si aggraverà ulteriormente con il Recovery Fund: Ance certifica infatti che dal momento in cui arriva una delibera parlamentare in cui vengono liberati dei fondi a quando questi diventano cantiere trascorrono fino a 10 anni. È qualcosa di indegno, inaccettabile e dannoso. Esiste un caso peggiore del non ottenere i soldi: non saperli spendere. Non solo, per quel che riguarda Ecobonus e Sismabonus mancano ancora le delibere dell'agenzia delle Entrate. Altra proposta interessante è il recupero dell'Iva al 50% spalmato anche su 10 anni per l'acquisto di case nuove con classe energetica virtuosa (genererebbe una leva moltiplicatrice di 1 a 4). Ricordiamo che il settore dell'edilizia vale il 22% del Pil ed è un comparto che come altri, se non di più, sta scontando pesantemente la crisi economica legata al Covid.
Per questo condividiamo la richiesta di Ance di riconoscere i maggiori costi sostenuti in questo periodo e la difficoltà incontrata nel dare piena attività ai cantieri bloccati a causa anche dello smart working di gran parte degli uffici tecnici della PA. Non ascoltare il grido di allarme di Ance e non dar seguito a tali richieste di buon senso è da irresponsabili».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.